Maturità 2023, la bocciatura è un incubo comune tra gli studenti, ma il successo all’esame è quasi garantito. Ecco i numeri degli ultimi anni

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La bocciatura all’esame di Stato è un incubo comune tra gli studenti, ma in realtà è molto meno frequente di quanto si pensi. Secondo dati recenti, il tasso di fallimento è esiguo, anche nonostante i cambiamenti apportati al sistema di esami negli ultimi anni.

Secondo il portale Skuola.net, l’anno scorso appena lo 0,1% degli studenti è stato bocciato dopo le prove finali, nonostante la reintroduzione delle prove scritte dopo le edizioni segnate dalla pandemia. Da almeno il 2017, il tasso di bocciature è in declino, con un costante aumento del tasso di successo a dispetto dei pesanti disagi vissuti durante l’emergenza sanitaria.

Il 2007 ha segnato un cambio di passo nell’approccio all’esame di maturità, con un significativo 2,1% di studenti bocciati. Questo periodo ha introdotto un nuovo ostacolo per gli studenti: lo scrutinio di fine anno, dove il Consiglio di classe decide chi ammettere all’esame. Questo contrasta con la precedente Riforma Berlinguer del 1999, che non poneva vincoli all’ammissione all’esame.

Nell’ultimo decennio, le bocciature prima della Maturità sono diventate più frequenti, forse per evitare delusioni durante l’esame. Ciò è stato più evidente durante la pandemia, quando i tassi di bocciature pre-esame sono saliti al 4% nel 2021 e al 3,8% nel 2022.

Le percentuali confermano la benevolenza delle commissioni d’esame nel quinquennio 2017-2022. Il tasso di bocciature è passato dallo 0,5% nel 2017 allo 0,1% nel 2022. Inoltre, i voti di diploma sono aumentati, probabilmente a causa dell’approccio più benevolo adottato durante l’emergenza sanitaria.

I dati mostrano che l’esame di Maturità, nonostante le sue sfide e i suoi cambiamenti, rimane un obiettivo raggiungibile per la stragrande maggioranza degli studenti. Nonostante i timori comuni, le bocciature all’esame sono rare e in calo costante.

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