Maturità 2023, i due studenti beccati a copiare la prova di matematica saranno bocciati. Rischiano fino a sei mesi di carcere
Il tradizionale “bigliettino” degli anni ’90 ha oggi un volto digitale, nascosto negli smartphone degli studenti. Tuttavia, l’uso ingiusto di tali risorse tecnologiche ha portato a gravi conseguenze per due studenti di un liceo di Pisa durante l’esame di maturità.
Lo scorso 22 giugno, giornata dedicata alla prova di matematica. I docenti hanno scoperto uno smartphone acceso in un bagno della scuola. Immediata la chiamata alla polizia, che ha recuperato il dispositivo, contenente la prova di matematica già svolta.
Le conseguenze non si sono fatte attendere: il primo studente, colto in flagrante, e il secondo, proprietario del telefono, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. La base della denuncia risale a una legge quasi centenaria del 1925. Il reato ipotizzato è la “falsa attribuzione di lavori altrui” da parte di aspiranti al conferimento di titoli accademici e pubblici, reato punito con sei mesi di reclusione. Le indagini sono ancora in corso e non sono stati forniti ulteriori dettagli sulla modalità di scoperta del baro.
“Un gesto inaspettato da studenti di 18 anni che ha portato alla loro esclusione dalle prove di maturità. Un errore che costa caro, costringendoli a ripetere l’anno scolastico”, ha commentato con amarezza a La Nazione, il dirigente scolastico dell’istituto scolastico.
Il caso di Pisa non è unico. Un episodio analogo è avvenuto in una scuola di Sulmona, mostrando come il fenomeno del baro digitale sia un problema rilevante.