Maturità 2023, 150 milioni di euro buttati, così è inutile: collegarla all’accesso universitario. Il sondaggio dell’Istituto Freud
L’Esame di Maturità, come attualmente concepito, rischia l’irrilevanza. È questa la sentenza emessa da un recente focus intitolato “Dare un senso all’Esame di Stato”, realizzato dall’Istituto Freud di Milano, attraverso il coinvolgimento di circa mille studenti. La maggioranza degli intervistati esprime il bisogno di una valutazione più personalizzata e che incida direttamente sul futuro accademico.
Gli studenti vedono l’attuale sistema come troppo legato al credito scolastico accumulato nel triennio finale, rendendo l’esame più una conferma di un percorso preesistente che una vera e propria valutazione delle competenze acquisite. Secondo loro, sarebbe più utile riformare radicalmente l’esame per trasformarlo in un passaggio concreto e significativo per il loro futuro.
Il focus suggerisce che le prove scritte vengano sostituite da un test al computer, specifico per ogni indirizzo di studi. Questo, oltre a personalizzare l’esame, potrebbe fungere da criterio di ammissione alla facoltà universitaria prescelta, evitando così i tradizionali test di ingresso.
Daniele Nappo, direttore dell’Istituto Freud, ha sottolineato l’incongruenza del sistema attuale: ogni anno vengono spesi circa 150 milioni di euro per l’Esame di Maturità, considerato superficialmente da quasi tutte le università italiane. Queste ultime, infatti, ricorrono a test d’ingresso autonomi, che misurano abilità diverse rispetto a quelle richieste per il diploma.
In questo quadro, molti studenti tendono a trascurare la preparazione per la Maturità, concentrando invece le loro energie sulla preparazione dei test universitari. La riforma proposta potrebbe riallineare l’esame di stato con gli obiettivi accademici dei ragazzi, offrendo loro una transizione più fluida e significativa verso l’università. Questa potrebbe essere la chiave per dare un nuovo senso alla Maturità.
