Maturità 2022, Serianni: “Giusto segnare il ritorno alla normalità. Abolire l’esame? È un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta” [INTERVISTA]

Il Ministero dell’Istruzione dopo mesi di attesa ha pubblicato l’ordinanza ministeriale relativa agli Esami di Stato del secondo ciclo. C’era molta attesa per il modello scelto dal Ministro Bianchi.
Modello che anche nel 2022 non sarà ancora quello “ufficiale” ma che si discosta parecchio dalle precedenti edizioni in epoca covid.
L’Esame è costituito da una prova scritta di Italiano, da una seconda prova sulle discipline di indirizzo, da un colloquio. La sessione ordinaria avrà inizio il 22 giugno con la prova di Italiano.
Ad Orizzonte Scuola interviene Luca Serianni, linguista e filologo, proprio per commentare le scelte di Viale Trastevere in merito alla maturità 2022.
Il Ministro Bianchi ha voluto il ritorno della prima prova scritta di italiano e quello della seconda prova (seppur rimaneggiata nel punteggio). Ritiene sia la scelta giusta in questo momento?
Sì: occorre segnare il ritorno alla normalità, sia pure senza penalizzare in alcun modo le classi che hanno sofferto periodi di sospensione dell’attività didattica in presenza. Del resto, i punteggi assegnati alle singole prove sono significativi in questo senso: a quella di Italiano saranno attribuiti fino a 15 punti, alla seconda prova fino a 10, al colloquio fino a 25.
In questi mesi di attesa dell’ordinanza sugli esami di stato si è parlato molto dell’importanza del saper scrivere. Quello che obiettano in molti è: si può misurare solo con una prova d’esame la reale capacità finale acquisita dallo studente?
Un esame non può che essere un sondaggio. Ma è difficile che, con sette tracce a disposizione, uno studente non sia in grado di scrivere qualcosa di sensato e di mostrare una sufficiente padronanza della norma linguistica. Se ciò non avvenisse, almeno per uno studente madrelingua, vorrebbe dire che la scuola ha sbagliato nel mandarlo avanti senza il possesso di requisiti minimi. Ma questo normalmente non accade.
La riflessione sulla prova scritta di italiano si inserisce in realtà all’interno di una richiesta più ampia e generale di riformare l’esame di Stato, se non addirittura eliminarlo come sostengono in molti. Lei come la pensa? Serve un restyling oppure una vera eliminazione?
Per eliminarlo, occorrerebbe modificare la Costituzione, che lo prevede: un iter possibile, ma alquanto lungo e complesso. Ma l’opportunità di mantenerlo, a mio giudizio, non è solo questa. L’esame finale rappresenta anche un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta (pensiamo ai tanti che concludono qui il proprio ciclo di studi, immettendosi, o cercando di immettersi, nel mercato del lavoro) I riti di passaggio presuppongono anche una prova; e l’esame di Stato è decisamente una prova alla portata degli studenti che la affronteranno
Come valuta il curriculum dello studente, uno strumento su cui il Ministero punta molto?
Condivido l’importanza assegnata al curriculum. L’esame è solo un momento finale, ma è l’intero percorso del triennio che permette a uno studente di arrivare a un soddisfacente livello di “maturità” (anche se questa parola è stata da molto tempo bandita dalla denominazione ufficiale dell’esame di Stato).