Maturità 2022, ritornano gli scritti. Studenti sul piede di guerra, “Esame senza senso”. Presidi: tenere conto degli effetti della pandemia

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Il Ministero dell’Istruzione ha annunciato le modalità di svolgimento degli esami di Stato 2022. Un ritorno verso la normalità, con la prova scritta di italiano e la seconda prova, dopo due anni scolastici conclusi con la maturità light senza scritti. Non ci stanno gli studenti, pronti alla mobilitazione contro le ordinanze.

Il Mi non ha ascoltato le richieste della comunità studentesca. Da qualche mese, infatti, le associazioni degli studenti chiedevano un esame che fosse incentrato sulle singolarità dello studente, eliminando gli scritti e inserendo una tesina“, in modo da tener conto delle difficoltà enormi nella didattica e nell’apprendimento degli ultimi tre anni. “Siamo sconcertati. E’ un esame senza senso‘”, afferma Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli studenti Medi.

Il Ministero – prosegue – non convoca le associazioni studentesche da mesi. Ci aspettavamo, però, che venissero comunque prese in considerazione le nostre proposte e le richieste di una comunità larga e responsabile. Non siamo dei nullafacenti, ma abbiamo seri dubbi che il nostro percorso formativo sia valutabile” in questo modo.

Vorremmo che ci si concentrasse sul percorso personale di ogni ragazzo, non sulle capacità acritiche. Gli scritti, specialmente la seconda prova, mettono in difficoltà chi ha vissuto la scuola a singhiozzi come negli ultimi tre anni“, concludono gli studenti. Sarebbe in programma per venerdì prossimo una mobilitazione nazionale.

Un recente sondaggio di Skuola.net aveva messo in luce come soltanto il 14% dei 2.500 maturandi intervistati avrebbe voluto svolgere un esame di Stato completo, con entrambe le prove scritte. Il 70% avrebbe invece volentieri confermato la Maturità già vista nel 2020 e nel 2021, un esame light.

Politica e sindacati

L’annuncio del ritorno a due prove scritte per l’esame di stato del prossimo giugno è finalmente il ritorno all’unica normalità possibile. Sapersi confrontare con il testo scritto è invece determinante per realizzare il complessivo processo di crescita delle nostre ragazze e dei nostri ragazzicommenta Vittoria Casa, presidente della Commissione Cultura alla Camera.

“Oggi contesterete questa decisione, la più impegnativa per voi, ma domani capirete che era la cosa giusta“, scrive su Facebook il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. “La prova scritta potrebbe essere solo un’occasione in più per farvi valutare, nessuno vuole usarla come una clava. Abbiate fiducia in voi stessi e diffidate di chi vi vorrebbe arrendevoli e sdraiati. I vostri insegnanti sapranno guidarvi e accompagnarvi, non abbiate paura”. 

Contrario Marcello Pacifico presidente nazionale Anief: “Fanno bene gli studenti a protestare. Pensare di ritornare alla normalità quando gli alunni in una classe su tre sono in DAD o in DDI significa negare la realtà“.

I presidi chiedono di tenere conto delle difficoltà dopo due anni di pandemia. “Prendiamo atto della ratio alla base delle ordinanze: la ricerca di una “normalizzazione” rispetto alla situazione emergenziale si traduce nella volontà di ripristinare in buona parte le procedure proprie degli esami del periodo prepandemico. Tuttavia, va ricordato che gli studenti che affronteranno le prove di giugno sono quelli che maggiormente hanno sofferto l’emergenza: due anni e mezzo del loro percorso scolastico sono stati pesantemente inficiati dalla pandemia e di ciò non si può non tenere conto”, afferma Antonello Giannelli, Presidente nazionale ANP.

Per il ministro Patrizio Bianchi “dobbiamo rimetterci in cammino verso la normalità e guardare al futuro, lavorare alla scuola che vogliamo costruire insieme”.

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