Maturità 2022, addio alle prove scritte? Il Ministero ci pensa, una petizione ha raccolto oltre 40mila firme

Come sarà la maturità 2022? Il ministro Bianchi per ora prende tempo. Tutto ruota intorno alla forma da far prendere alla prova e la scelta è tra il “maxi-orale” come quest’anno, un ritorno all’epoca pre-Covid o una forma mista.
Il ministro, nei giorni scorsi, rispondendo a chi gli poneva il quesito sull’esame di stato, ha preso tempo. “Sulla maturità stiamo lavorando. Fin quando non saremo usciti totalmente dal Covid dobbiamo mettere i nostri ragazzi in sicurezza. Il giudizio di quanto fatto lo scorso anno è buono. I ragazzi non hanno fatto tesine raffazzonate ma hanno colto questo momento di riflessione anche sulla loro condizione degli ultimi due anni”, ha sostenuto.
Lo scorso anno l’esame era composto da un elaborato assegnato dal Consiglio di classe allo studente e riguardante una disciplina caratterizzante l’indirizzo di studi e dal maxi-orale in presenza, diviso in quattro fasi.
Tra queste vi era la lettura e l’analisi di un testo di letteratura italiana contenuto nel programma dell’anno e una seconda fase con l’approfondimento di un argomento legato all’indirizzo di studio.
L’orale era “ritagliato” sulla falsa riga delle due prove scritte della maturità pre-Covid.
In molti chiedono una riforma stabile e strutturale dell’esame, cosa che però non sembra essere tra le priorità del Ministero dell’Istruzione. Intanto è stata lanciata una petizione per eliminare le prove scritte anche al prossimo esame di maturità: ha raggiunto già oltre 40mila firme ed è stata inviata al ministro dell’Istruzione Bianchi.
L’ipotesi di eliminare le prove scritte, in particolare il tema di italiano, non piace ai sindacati.
“Eliminare la prova scritta all’esame di Stato sarebbe un errore imperdonabile, significherebbe convincere i ragazzi che non sono più in grado di affrontare questa prova, che la pandemia ha portato via loro le capacità, le competenze, le opportunità”, ragiona Elvira Serafini che guida lo Snals. Non dissimile il pensiero di Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola: “La capacità di scrivere riflette la capacità di pensare e aiuta a rafforzarla. Capacità di pensare liberamente e criticamente, come presupposto all’esercizio di una cittadinanza consapevole e come antidoto alla superficialità dilagante”.
Anche la Cgil scende in campo. “Sarebbe un errore accogliere la proposta di abolire la prova scritta di lingua italiana nell’esame di Stato, pur avvertendo il disagio di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, creato soprattutto da tanti mesi di didattica a distanza”, concordano il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli e il presidente dell’associazione professionale Proteo Fare Sapere, Dario Missaglia.