Maturità 2021, l’80% degli studenti non si sente preparato: sondaggio

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A meno di un mese dalla maturità 2021, Studenti.it ha chiesto ai maturandi come si sentono ad affrontare l’esame di Stato dopo tanti mesi in didattica a distanza, cosa faranno in estate, che programmi hanno per l’autunno.

Hanno risposto in 40.000. Ecco cosa hanno raccontato a Studenti.it: Dopo la DAD, l’80% dei maturandi non si sente preparato o teme di avere grandi lacune. Dopo quasi 2 anni scolastici in DAD, tra chiusure e riaperture, il 58,5% degli studenti non si sente pronto per affrontare le prove di esame, mentre il 21,5% si ritiene abbastanza preparato, ma teme le lacune causate dalla didattica a distanza. Solo il 20% è senza incertezze. Secondo l’indagine condotta da Studenti, dopo l’esame il 51% delle ragazze e dei ragazzi si iscriverà all’università. Ancora incerto sulle scelte da fare, il 35%. Il 14%, invece, cercherà subito un lavoro.

Per il 28% dei maturandi intervistati da Studenti.it, l’emergenza Covid ha cambiato i piani per il futuro.
Il 17% ha deciso che dopo il diploma non proseguirà gli studi, il 6% ha rinunciato al sogno di studiare all’estero, il 5% non sceglierà un’università fuori sede. Per il restante 72%, invece, la pandemia non ha stravolto i piani. Ma perché i programmi cambiano? Per il 93% degli studenti la causa è: “non so cosa accadrà da qui all’autunno”, mentre per il restante 7% è cambiata la situazione economica della famiglia.

Il contesto pandemico influenza anche il proprio modo di vivere l’estate. Il 33% non ha ancora definito come trascorrerà le vacanze, mentre il 21% non le farà perché quest’anno non può permettersele. Il 13% le trascorrerà con la famiglia; il restante 33% cercherà di fare un viaggio con gli amici.

Nonostante i limiti della DAD, il 65% degli intervistati non si preclude la possibilità di sperimentare nuove forme di didattica a distanza. Il 20% ha dichiarato di essere favorevole alla frequentazione di corsi online anche in futuro perché la trova efficace, mentre il 45% è possibilista. Il restante 35%, invece, pensa che la didattica a distanza funzioni meno di quella in presenza

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