Mastrocola contro ChatGPT: “Distruggerà la scuola per sempre, sarà l’insegnante perfetto per i nostri tempi grami”

Nel mare sempre più vasto delle tecnologie emergenti, l’intelligenza artificiale (IA) ha innegabilmente assunto un ruolo di protagonista, catalizzando tanto l’entusiasmo quanto il sospetto. Non è raro, infatti, che tra l’ammirazione per i progressi tecnologici si insinui un timore per ciò che questi potrebbero portare.
È proprio questa la prospettiva esplorata da Paola Mastrocola, scrittrice e docente, nel suo editoriale su “La Stampa” dello scorso 24 maggio.
Mastrocola indaga l’innovazione di ChatGPT e altre IA, concentrandosi sul loro impatto sull’apprendimento, sulla conoscenza e, in ultima analisi, sull’educazione. L’autrice dipinge un quadro in cui ChatGPT domina incontrastata nelle aule, accolta con entusiasmo sia da studenti che da insegnanti. Tuttavia, questa visione non è priva di pericoli. Mastrocola mette in luce un paradosso: l’onniscienza dell’IA rischia di sostituire l’educazione e l’insegnamento, invertendo il loro valore tradizionale.
Il cuore del dibattito riguarda il ruolo dell’insegnante. Mastrocola mette in discussione l’efficacia di un corpo docente che sembra aver portato la scuola ad un livello di stasi e crisi. D’altra parte, propone un’alternativa in cui ChatGPT, il “non-insegnante”, che possiede l’intero scibile umano ma non fa lezione, prevale. L’idea è provocatoria: perché sottoporre ancora l’allievo alla noia e l’umiliazione di una lezione, quando l’IA può tirar fuori “magicamente” le conoscenze senza insegnare?
Ma qui si profila una fondamentale distinzione: a differenza di Socrate, ChatGPT è una macchina. Non possiede l’educazione alla realtà come stella polare. L’IA può presentare informazioni e dati, ma non è in grado di fornire il contesto, la comprensione profonda o la prospettiva critica che caratterizzano un’educazione umanistica.
Mastrocola sottolinea che l’IA, nella sua fluidità di adattamento, potrebbe raggiungere estremi inaspettati, come diventare “GPTLgbt+”, mutando secondo le necessità e le aspettative degli studenti. Questo potrebbe comportare la completa eliminazione di insegnanti, lezioni, materie, voti, classi, banchi e persino libri, incorporati tutti in ChatGPT.
Il quadro distopico dipinto da Mastrocola è una potente critica sociale. La scuola è, infatti, un istituto fondamentale per l’educazione e la crescita dei giovani. Trasformare radicalmente l’educazione attraverso l’IA potrebbe significare l’eliminazione della scuola. Per l’insegnante, dunque, ChatGPT è “il professore perfetto per i nostri tempi grami”.