Massimo Recalcati: “La scuola italiana tratta male i suoi insegnanti. Autorità da ripensare, non da ripristinare. La scuola accenda il desiderio, non solo nozioni”

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Di nuovo virali sui social le parole dello psicoanalista Massimo Recalcati pronunciate, alcuni mesi fa, al Social Festival Comunità Educative di Torino.

Secondo Recalcati, la risposta alla crisi della scuola non sta nel ritorno a valori tradizionali, ma nel trovare nuove forme di autorità. “Come si fa a essere ascoltati se il ruolo simbolico dell’insegnante non basta più?”, si interroga Recalcati, proponendo di puntare sulla parola, sull’interesse e sulla sfida alla tecnologia per stimolare il desiderio di apprendimento.

La violenza ha preso il posto della parola

Recalcati sottolinea la mancanza di rispetto per le regole nelle famiglie e nelle istituzioni, causa della diffusione del bullismo. “La violenza ha sostituito la parola”, denuncia Recalcati, evidenziando la debolezza del dialogo nella società. “La scuola deve imporre la legge della parola e il rifiuto della violenza”, sostiene, ricordando che la democrazia si fonda sul confronto e sull’ascolto. “L’Italia tratta male la scuola”, accusa Recalcati, criticando il scarso prestigio della professione insegnante e la mancanza di una vera riforma. Propone una selezione meritocratica per gli insegnanti e critica il conservatorismo sindacale.

Il ruolo del maestro: accendere il desiderio

Recalcati difende la riforma del voto in condotta, pur non esprimendo stima per il ministro Valditara. “Il rispetto deve avere un valore”, afferma, sottolineando che temi come sicurezza e meritocrazia non dovrebbero essere tabù per la sinistra. Infine, Recalcati definisce il ruolo del maestro: “L’autorevolezza non deriva dal potere, ma dalla capacità di illuminare”. “Un buon maestro non si limita a trasmettere sapere, ma accende il desiderio e mette in moto la vita”, conclude.

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