Mascherine, le indicazioni di Pregliasco: “Così riconoscete quelle contraffatte”

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Diverse mascherine, anche Ffp2, sono irregolari e non proteggono. Dopo un anno di pandemia.

A fare chiarezza possono aiutare le indicazioni di Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, intervistato dalla Dire.

“Le chirurgiche sono nate come utilizzo non protettivo verso l’esterno, se non come effetto conseguente, ma con lo scopo di assicurare il campo sterile in ambito chirurgico, affinché il paziente non venga infettato dagli operatori in sala operatoria. La capacità protettiva dall’esterno verso l’interno è del 20-30%, mentre dell’80% dall’interno verso l’esterno. L’impiego di questo prodotto, dispositivo medico, si basa sul fatto che se tutti le utilizziamo proteggiamo noi e gli altri dal Sars-CoV-2”.

E ancora: “I Dpi invece si rifanno alle disposizioni di legge sulla sicurezza del lavoro e sono catalogati come dispositivi di protezione individuale. Nascono come protezione per i lavoratori, verniciatori e carrozzieri, ma anche in senso più ampio, tanto che vengono utilizzate con capacità del 95-98% di protezione e all’inizio avevano tutte i filtri: la valvola non protegge tuttavia gli altri ma chi indossa la mascherina. È un ‘di cui’ il fatto che proteggano anche dai droplet e hanno anche disposizioni più stringenti rispetto ad altre, con un impiego massimo di 4-6 ore. Gli elementi di certificazione riguardano il marchio CE, l’ente certificatore Accredia, e il meccanismo delle Iso, che fanno i controlli di qualità”.

Come riconoscere una mascherina inefficace

“C’è un meccanismo di sottrazione delle regole, come sempre in tutte le cose, che pero’ non ci deve allarmare: non è detto che sia colpa del certificatore, è la ditta che invia lotti di prodotto all’ente certificatore e che, dopo aver ottenuto la validazione, puo’ mettersi a fare qualcosa di diverso. Servono però certificazioni periodiche che dimostrino che i prodotti siano sempre validi e che vengano certificati da un ente valido. L’elemento che è emerso è che alcuni dei certificatori, tra cui un ente turco, è stato disattento rispetto a queste norme, perché ha subappaltato, legalmente, la validazione anche a laboratori situati in Cina. In questo senso bisogna vedere se la Ffp2 riporta la marca della ditta produttrice cinese con il codice CE2163, certificazione rilasciata dalla società turca, se il marchio CE è conforme”.

Mascherina FFP2 sui trasporti pubblici

Infine: “La mascherina deve essere un elemento che non deve far abbassare la guardia, in alcune situazioni si può pensare di utilizzare la chirurgica sopra un’altra mascherina per poter cambiare quella esterna più spesso. Una famiglia con quattro persone spenderebbe troppo se utilizzasse le Ffp2, quindi meglio una chirurgica seria, valida, gestendola attentamente però quando ha esaurito il suo compito. Resta pertanto la distanza come regola aurea, sia al chiuso che all’aperto. Se siamo su un mezzo di trasporto collettivo, meglio usare una Ffp2”.

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