Mascherine in classe, Bassetti “decisione politica non scientifica, più un mantra ‘talebanico’. A settembre un errore” [INTERVISTA]

Proseguiamo il nostro approfondimento sulle restrizioni sanitarie nel mondo della scuola, in particolare sull’uso delle mascherine. Ne abbiamo parlato con il Professore Matteo Bassetti, professore ordinario presso l’università di Genova e direttore della clinica di malattie infettive e tropicali dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.
Professor Bassetti, le restrizioni sanitarie a scuola dopo la fine dell’emergenza sanitaria, come ad esempio l’uso delle mascherine, rappresenta un tema di discussione con molti dubbi sulla loro utilità visto che in tanti ambiti non vengono più utilizzate. Il Governo dovrebbe decidere nei prossimi giorni sul loro impiego futuro, si spera che il prossimo anno scolastico possa iniziare senza questa restrizione. A questo punto le chiediamo se c’è una base scientifica che giustifica il provvedimento adottato fino ad ora.
Ad oggi non abbiamo nessun razionale scientifico all’utilizzo della mascherina a scuola e al non utilizzo obbligatorio in altre situazioni simili. Ad esempio non la utilizziamo nelle attività sportive, nei locali di ristorazione, nelle discoteche, e quindi è molto difficile oggi far comprendere ai ragazzi perché ci sia l’obbligo nella scuola. È evidente che non c’è nessun razionale scientifico e prova ne è che gli altri paesi europei, che hanno affrontato il problema come l’Italia, hanno levato l’obbligo della mascherina ormai da parecchio tempo. È una decisione politica e come tale bisogna chiederne le ragioni al Ministro dell’educazione ed al Ministro della salute che hanno deciso in maniera autonoma, senza ascoltare nessun parere scientifico, di mantenere questo obbligo. Io mi sarei augurato di vedere l’ultimo mese di scuola senza l’uso della mascherina e fare gli esami senza mascherina, ma evidentemente il tema della mascherina a scuola è diventato più un mantra “talebanico” che non uno strumento utile. Non voglio neanche pensare che a settembre si possa ancora discutere se i ragazzi a scuola debbano indossare la mascherina, sarebbe veramente un grande errore. È già un errore continuare ad usarla, sarebbe ancora più grave continuare ad usarla a settembre.
Professor Bassetti, con questo caldo è difficile imporre ai ragazzi un uso corretto della mascherina. Lei in diversi ambiti ha ribadito che l’uso della mascherina è valido se viene utilizzata correttamente, se vengono adottate le tipologie più idonee, come le FFP2, e se si rispettano i tempi di utilizzo cambiandola mediamente ogni 6 ore. È corretto?
Esatto. Io credo che uno Stato veramente civile è quello che pone un obbligo, lo fa rispettare, ma, siccome parliamo di scuola per la maggioranza dell’obbligo, fornisca lo strumento. Quindi lo Stato avrebbe dovuto dire come va usata la mascherina, coprendo naso e bocca, ogni quanto tempo va cambiata e ovviamente fornire ogni giorno a scuola ai ragazzi una mascherina del tipo FFP2. Nel momento in cui questo non lo fai vuol dire che già dimostri di non essere coerente con quello che si è deciso di fare. Ai genitori è rimasto l’onere di provvedere alla fornitura delle mascherine FFP2 ai propri figli che mi risulta venga utilizzata mediamente una mascherina ogni dieci/quindici giorni, quindi assolutamente inutile. Questo è un provvedimento cosmetico, un provvedimento populista, un provvedimento ipocrita e un provvedimento senza nessun significato e senso.
Lei ha affermato che con questi provvedimenti rischiamo di svilire uno strumento protettivo come la mascherina.
L’abbiamo già svilita la mascherina. Questo strumento finisce questi due anni in cui avrà bisogno di un profondo percorso di riabilitazione. Era uno strumento che utilizzavamo noi medici e suggerivamo di utilizzare. In questi due anni in Italia è stata vissuta più come uno strumento per evitare di prendere una multa o come uno strumento per far felice il legislatore che non per proteggerci dalle infezioni. Credo che l’abbiamo veramente svilita e l’abbiamo portata ad un livello molto basso. Ora bisogna ritornare a riabilitarla, anche perché, purtroppo, quello che non si rendono conto i politici è che ai ragazzi, soprattutto quelli molto piccoli, hanno fatto male, non solo per il fatto che respirino male, non è quello il problema, ma perché se da una parte ha evitato di venire a contatto con il Covid, per il quale peraltro c’è un vaccino approvato anche per i bambini, dall’altra non ha permesso l’interazione con una serie di altri microbi, che siano virus o batteri o funghi, che attraverso la bocca ed il naso entrano nel nostro organismo e in qualche modo allenano il nostro sistema immunitario, per cui la capacità di difenderci nei confronti della maggioranza dei microrganismi ci viene dal contatto con i microrganismi stessi. Guardi che l’epatite dei bambini ormai è spiegata, l’adenovirus non essendo venuto a contatto con i sistemi immunitari quando doveva, cioè nei primissimi anni di vita, quando è venuto in contatto, cioè più tardivamente, ha generato una reazione gravissima a livello del fegato, cosa che probabilmente non sarebbe successa se avessimo avuto il contatto prima. Voglio dire che sono molteplice le esperienze e le voci che affermano che hanno avuto un senso le mascherine in un certo momento, ma oggi sono fuori del tempo, anacronistiche, soprattutto a scuola.
Questo aspetto è particolarmente interessante. Se ho capito bene il nostro sistema immunitario ha bisogno di allenarsi così come facciamo in palestra per i nostri muscoli. Quindi la mascherina ha mitigato l’accesso ai microrganismi privando il sistema immunitario dell’allenamento di cui aveva bisogno rendendolo più debole, è così?
Beh diciamo che soprattutto nei bambini non solo è più debole, ma non venendo a contatto con i microrganismi conosce di meno il mondo microbico intorno. Quindi nel momento in cui dovesse venire in contatto con uno di questi organismi è chiaro che la reazione potrebbe essere quella di un sistema che non ha sviluppato gli anticorpi per quel microrganismo. Se siamo stati creati così, se il corpo umano ha una bocca ed un naso, è perché attraverso la bocca ed il naso mangiamo, respiriamo, parliamo, ma rappresentano anche le vie di accesso al nostro corpo ai microrganismi.
Chiudiamo con un’ultima domanda. Lei recentemente, parlando su un altro tema caldo di questi giorni che è il vaiolo delle scimmie, ha affermato che è importante fare divulgazione scientifica per permettere una corretta informazione dei cittadini, che è cosa ben diversa dal fare allarmismo, come qualcuno vi ha accusato di fare. L’informazione invece è proprio il contrario, se fatta correttamente tranquillizza le persone, è giusto?
Esatto, è proprio questo. Credo che questo discorso si inserisca molto bene sul Covid, dico questo perché sul tema Covid siamo andati lunghi, nel senso che ancora oggi diffondiamo bollettini, applichiamo restrizioni, mascherine, tamponi e via dicendo. È evidente che è difficile per i politici che hanno detto fino ad oggi che il Covid è un problema dire che c’è un altro problema di tipo infettivologico. Gli inglesi non hanno avuto nessun problema a mandare delle raccomandazioni perché loro il Covid lo convivono da un anno. Quello che dico è che non bisogna fare terrorismo o allarmismo, però non è che si può mettere la polvere sotto il tappeto dicendo che il problema non c’è. Non dimentichiamo che abbiamo ottocento casi certi in poco più di tre settimane e abbiamo migliaia di casi di cui non siamo a conoscenza. Quindi dobbiamo assolutamente parlare tranquillizzando la popolazione ma sensibilizzandola a quali sono le cose da farse. Ad esempio se hai delle lesioni cutanee evitare di avere rapporti con le altre persone, di qualsiasi genere; vaccinare i contatti, insomma fare squadra sull’argomento. Non parlarne, come stiamo facendo in Italia, perché se ne parliamo vuol dire fare allarmismo, è sbagliato. Vuol dire che si dà ragione a chi ha detto che in Italia il Covid non siamo stati in grado di gestirlo, perché altrimenti non avremmo nessuna paura oggi di parlare agli italiani di un nuovo problema infettivologico. Nella realtà si ha paura perché, ripeto, a mio parere il Covid è stato tirato troppo a lungo.