Mascherina alla maturità, dai politici agli psicologi appello per esami senza protezioni
Lunedì pomeriggio un vertice tra il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, quello della Salute, Roberto Speranza e i rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità farà il punto sull’uso dei dispositivi di protezione individuale alla maturità
A vincere, secondo le ultime indiscrezioni, un compromesso: con un sufficiente distanziamento saranno i presidenti di commissione a far abbassare agli studenti la mascherina durante le sessioni orali.
Tuttavia la politica spinge e non solo. Un gruppo di esperti (psicologi, epidemiologi, scrittori etc…) chiedono il superamento delle mascherine a scuola a partire dagli imminenti esami di Stato.
L’appello degli esperti
In una fase in cui da parte del governo si è ritenuto accettabile che la mascherina fosse abbassata per favorire una piena ripartenza delle attività del commercio, dell’industria turistica e del divertimento, così come dei grandi eventi, concerti rock e manifestazioni sportive, stupisce che non si avverta l’incongruenza del mantenimento del suo uso obbligatorio nella Scuola.
La scuola non ha amplificato i contagi
Studi autorevoli stanno mostrando come la Scuola, al contrario di quanto inizialmente temuto, non abbia operato da amplificatore dei contagi, ma ne abbia soltanto riflettuto l’andamento all’interno della società. Viceversa si stanno accumulando evidenze considerevoli circa i molteplici danni sul neurosviluppo, nonché sull’elaborazione delle capacità emotive e sociali dei bambini e degli adolescenti, causati dalla Dad e dalla privazione prolungata del naturale incontro con il volto dei pari e di maestri e insegnanti. Per non parlare dei veri e propri disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, del linguaggio e delle fobie sociali, di cui è in corso una nuova, ancora in parte misconosciuta, epidemia.
Uno spazio per crescere con i 5 sensi
Se la Scuola non deve essere, come non vogliamo che divenga, uno spazio asettico e freddo di mera enunciazione verbale di concetti, formule, regole, del resto oggigiorno facilmente acquisibili anche “a distanza” attraverso le risorse del web; se la Scuola deve essere, come auspichiamo che sia sempre di più, uno spazio sensoriale e intellettivo caldo, deputato alla crescita umana e civile, per quanto tempo saremo disposti ad accettare che si proroghi in essa la finzione di una frequentazione quotidiana in assenza dei volti?
L’esigenza di abbandonare al più presto anche in Italia, come già avvenuto ormai in tutti i Paesi europei, l’impiego della mascherina a Scuola è prima di tutto un’esigenza pedagogica ed etica. Una Scuola dove si continui ad entrare e a trascorrere metà della propria giornata senza potersi letteralmente guardare in faccia, senza dunque imparare a conoscersi e ad avere fiducia reciproca, è una contraddizione in termini.
Professor Draghi, professor Bianchi, ci appelliamo a voi affinché anche – e soprattutto – a Scuola, fin dagli imminenti esami di stato e per il prossimo anno scolastico, si possa ricominciare a vivere apertamente, avendo e offrendo gli uni agli altri – ragazzi e docenti – il gusto di crescere e di intravedere il futuro.
I docenti del Presidio primaverile per una Scuola a scuola (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – Bologna): Anna Oliverio Ferraris (psicologa), Gianvincenzo Zuccotti (pediatra), Silvia Vegetti Finzi (pedagogista e scrittrice), Alberto Pellai (psicoterapeuta), Daniele Novara (pedagogista), Renato Borgatti (neuropsichiatra), Sara Gandini (epidemiologa), Bruno Tognolini (scrittore per l’infanzia), Adriano Prosperi (storico).