Mary Poppins vietato ai bimbi in Gran Bretagna, Sgarbi: “Grave censura e negazione della libertà”

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Vittorio Sgarbi si scaglia contro la decisione del British Board of Film Classification (BBFC) di classificare “Mary Poppins” come un film per minori di 12 anni solo se accompagnati da un adulto. La censura è stata motivata dall’uso del termine “ottentotti” nel film del 1964, riferito agli spazzacamini con la faccia sporca di fuliggine.

Sgarbi definisce la decisione del BBFC come una “forma di censura e una grave negazione della libertà e dell’intelligenza”. Secondo il critico, le parole “politicamente scorrette” dovrebbero essere semplicemente registrate e corrette, non censurate. “Non c’è bisogno che un magistrato o uno Stato imponga questa censura”, afferma Sgarbi.

L’ex sottosegretario alla Cultura critica la “cancel culture”, che secondo lui è basata sul timore che le persone non siano capaci di capire da sole cosa è giusto e cosa non lo è. “Questa ondata di censura è grave”, conclude Sgarbi.

La polemica

La decisione del BBFC ha scatenato un acceso dibattito sui social media e in televisione. C’è chi sostiene la scelta del BBFC, ritenendo che il termine “ottentotti” sia offensivo e razzista. Altri invece criticano la censura, definendola un’eccessiva limitazione della libertà di espressione.

Sgarbi e la “cancel culture”

Sgarbi non è nuovo a critiche contro la “cancel culture”. In passato, il critico d’arte si è scagliato contro la rimozione di statue e opere d’arte considerate offensive da alcuni.

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