Manzi (PD): “La povertà educativa non si può ridurre brandendo la minaccia di sanzioni più severe”

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L’abbandono precoce del percorso scolastico e la povertà educativa rappresentano due temi cruciali nel panorama scolastico. Questi argomenti non possono e non devono essere ridotti ad un semplice discorso sanzionatorio.

In effetti, puntare il dito contro i genitori che non inviano i propri figli a scuola, brandendo la minaccia di sanzioni più severe, non è una soluzione adeguata al problema. Questa visione superficiale rischia di trasformarsi in un mero “spot” senza affrontare la vera radice del problema: la dispersione scolastica.

Per Irene Manzi, responsabile scuola del Pd, la chiave per combattere efficacemente l’abbandono scolastico risiede in un approccio più olistico e inclusivo. Durante il suo intervento alla Festa Nazionale de L’Unità a Ravenna, ha sottolineato l’importanza di garantire un incremento significativo del numero di insegnanti e di presìdi territoriali. Questo non solo. Per lei, è essenziale rafforzare la comunità educante attraverso la creazione di reti tra scuole, enti del terzo settore, parrocchie, enti locali e fondazioni, affiancati dalla preziosa collaborazione di educatori e assistenti sociali.

Le decisioni recenti del governo, purtroppo, non sembrano andare in questa direzione. La riduzione di autonomie scolastiche, con un taglio netto, soprattutto al Sud, insieme alla mancata implementazione di un nuovo percorso di formazione iniziale per gli insegnanti e la diminuzione delle risorse del Fondo 0/6, delineano un quadro preoccupante. La proposta di autonomia differenziata, secondo Manzi, rischia di ampliare le differenze anziché ridurle, aggravando ulteriormente la situazione.

È fondamentale, ora più che mai, un dialogo aperto e costruttivo. Manzi fa appello al Ministro Valditara per avviare un confronto produttivo con tutte le forze politiche. L’obiettivo? Sviluppare una strategia solida e duratura che possa offrire risposte tangibili alle comunità più vulnerabili del nostro Paese. Perché l’educazione non è solo un diritto, ma anche il fondamento su cui costruire un futuro migliore per tutti.

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