Mantovani (M5S): “Piattaforma unica per collegare tutte le scuole italiane, vi spiego il mio disegno di legge” [INTERVISTA]

Una piattaforma unica di interconnessione di tutte le scuole. Decisamente ambizioso il disegno di legge presentato dalla senatrice del M5S, Maria Laura Mantovani. Venerdì 28 tramite la piattaforma Zoom si svolgerà un convegno alla presenza della sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia e del presidente della Commissione Istruzione al Senato, Riccardo Nencini.
A Orizzonte Scuola, Mantovani ci parla del progetto legislativo e non solo.
Una rete di interconnessione unica nazionale per collegare le scuole. Un progetto ambizioso, senatrice Mantovani, come vorrebbe realizzarlo?
“Questo progetto è importantissimo per il futuro dei giovani e delle generazioni a venire. È cruciale che la scuola trasmetta le competenze legate al “saper fare” in ambito digitale, che sono proprio quelle richieste nel mondo di oggi e di domani. Il progetto prevede la realizzazione di una rete unica di interconnessione di tutte le scuole d’Italia e dell’infrastruttura che comprenda anche un sistema di cloud computing per offrire servizi digitali avanzati agli istituti; a portare a termine e a gestire il tutto sarebbe una società pubblica di scopo creata appositamente. I servizi così forniti potranno comprendere software e applicazioni pronte all’uso, ma anche ambienti di lavoro, di programmazione, ambienti di installazione e laboratori virtuali. E tutto ciò rappresenterebbe una offerta uguale e indiscriminata per tutte le scuole d’Italia, per eliminare il digital divide territoriale. Tutte le scuole avrebbero accesso allo stesso livello di servizi”.
Il potenziamento della digitalizzazione delle scuole è fondamentale per la realizzazione del suo progetto, chiederà ulteriori fondi al Ministero?
“Per la realizzazione di questo progetto oggi abbiamo a disposizione i fondi del PNRR; tutto quanto e previsto dal disegno di legge si inserisce perfettamente nella proposta di scuola 4.0 così come delineata all’interno del Piano. Sarebbe utilissimo poter investire i fondi che abbiamo a disposizione nella realizzazione di questa infrastruttura”.
La rete è una grande opportunità, ma nasconde anche delle insidie soprattutto tra i ragazzi, concorda?
“Questa rete unica delle scuole, prevista dal ddl a mia prima firma, ha anche l’obiettivo di proteggere i ragazzi nella loro età più formativa. La piattaforma sarebbe accessibile solo alle scuole e separata dalla rete internet convenzionale, con cui avrebbe solo punti di contatto. Si avrebbero così ambienti digitali controllati e protetti, con le stesse funzionalità della rete internet ma con opportunità per bambini e ragazzi di costruire, di creare e realizzare progetti, anche per software, informatica, automazione e robotica, senza la preoccupazione di dover incorrere nelle problematiche e nei pericoli della rete standard. I dati dei minori sarebbero protetti molto meglio di quanto lo siano oggi e si eviterebbe di incorrere nelle profilazioni a cui oggi si è soggetti e di cui non si sa quale sia l’utilizzo. Si deve percepire e far percepire a insegnanti, ragazzi e famiglie che le competenze digitali sono importantissime e devono essere acquisite anche precocemente. Prima i ragazzi acquisiscono tali competenze, prima potranno rendersi conto di tutto quanto ruota in un ambito che noi ad oggi non padroneggiamo completamente”.
La didattica a distanza, secondo lei, può rappresentare il futuro magari come appoggio alla didattica o è soltanto un’esperienza da cancellare?
“La didattica a distanza è stata utilizzata nel momento dell’emergenza sanitaria perché in quel frangente era l’unico modo con cui la scuola poteva essere vicina a bambini, giovani e famiglie. Ma in un tempo normale, per le scuole di primo grado penso sia molto più importante l’esperienza di socializzazione. Negli stadi più avanzati dell’istruzione, per esempio a livello universitario ma anche per una parte della scuola secondaria di secondo grado, sarà invece sempre più diffuso l’utilizzo di lezioni online condotte dai migliori comunicatori, per poi passare all’approfondimento a livello della classe con attività laboratoriali e consolidamento delle conoscenze. Sarà un modo nuovo di fare scuola, un’evoluzione”.
Secondo lei sarebbe corretto inserire un’ora di educazione al digitale e ai social network nei programmi?
“Non vorrei che passasse l’idea che l’apprendimento del digitale e le competenze a esso collegate siano una sorta di “educazione comportamentale”. Non sono convinta che si debba inserire un’ora di tale “educazione” nei programmi scolastici. La conoscenza del digitale comporta l’acquisizione di competenze solide, scientifiche e tecniche, trasversalmente utili nella vita, a scuola e fuori da scuola. Se tali competenze e conoscenze ci sono, allora significa che si hanno gli strumenti anche per impostare e giudicare meglio il comportamento e l’approccio di fronte all’utilizzo dei dispositivi informatici in maniera consapevole”.
CONVEGNO 28 maggio 2021 (clicca qui per maggiori info)