Manovra 2025, taglio cuneo fiscale, pensioni, assegno unico e più fondi per il rinnovo contratto: tutte le misure

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Una manovra da quasi 30 miliardi di euro (in termini lordi, più 35 miliardi nel 2026 e oltre 40 miliardi nel 2027) incentrata su famiglie, taglio del cuneo fiscale, sanità e sostegno alla natalità. Questo il cuore del Ddl Bilancio, varato dal Consiglio dei Ministri, insieme al decreto fiscale, al decreto legislativo sulle accise e al Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles.

Il provvedimento, che sarà illustrato mercoledì alle 11:00 in conferenza stampa dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, prevede una serie di interventi per sostenere le famiglie numerose, tra cui l’estensione della decontribuzione per le lavoratrici autonome con due o più figli, la revisione dell’assegno unico e delle detrazioni fiscali.

Confermato il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Si valuta la possibilità di estendere il taglio del cuneo ai redditi fino a 50mila euro, a condizione che i fondi derivanti dal concordato preventivo di fine ottobre siano sufficienti. La manovra stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27 (compreso, dunque, il settore dell’Istruzione).

Previsti maggiori investimenti nella sanità, con uno stanziamento di 3 miliardi in più rispetto allo scorso anno.

Sostegno concreto alle famiglie e incentivi alla natalità. Si introduce la “Carta per i nuovi nati” che prevede un contributo di 1000 euro per i genitori con ISEE inferiore a 40mila euro, destinato a coprire le prime spese per l’arrivo di un bambino. Tra le misure a sostegno della genitorialità, viene rafforzato il bonus per la frequenza degli asili nido, escludendo l’assegno unico universale dal calcolo dell’ISEE. Inoltre, viene rifinanziata per il 2025 la carta “Dedicata a te”, con uno stanziamento di 500 milioni di euro. La manovra prevede un sistema di detrazioni fiscali che tiene conto del numero di familiari a carico, garantendo un maggiore sostegno alle famiglie più numerose.

In particolare nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Confermati inoltre la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.

Per quanto riguarda le coperture, la stima del deficit-PIL al 3,8% (migliore rispetto al 4,3% previsto) libererà circa 10 miliardi. Altri 6 miliardi proverranno dagli accantonamenti fiscali e dalla cancellazione dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica). Prevista una spending review per l’amministrazione centrale, con tagli fino al 5%, mentre i Comuni potrebbero essere esclusi dalla revisione della spesa. Ulteriori risorse deriveranno da un contributo delle banche (3-4 miliardi) e da un anticipo sulle imposte differite attive (3 miliardi).

Nonostante l’assenza di riforme strutturali imminenti, il governo si impegna a garantire la piena indicizzazione delle pensioni all’inflazione e a valutare un aumento delle pensioni minime. Sono confermate le misure dello scorso anno e potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che raggiungono l’età della pensione ma restano a lavoro.

Il decreto fiscale, di circa 1,5 miliardi, anticiperà alcune spese previste per il 2025, come l’adeguamento delle pensioni, le risorse per il pubblico impiego e il bonus Natale per le famiglie a basso reddito.

Sul tema delle pensioni – si legge sul Documento programmatico di bilancio – “sono prorogati, per il 2025, gli interventi di flessibilità quali Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 e in materia di pensioni minime. Sono previste inoltre misure per favorire la permanenza al lavoro al raggiungimento dei requisiti di età per la pensione”.

Infine, il decreto legislativo sulle accise prevede l’allineamento tra gasolio e benzina e l’estensione da due a quattro anni dell’autorizzazione per la vendita di tabacchi, semplificando le procedure amministrative per gli operatori del settore.

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