Manovra 2025, il governo al lavoro sulle pensioni: ritorno alla Legge Fornero escluso, si pensa a Quota 41 corretta. Le ultime notizie

Il conto alla rovescia per la definizione della manovra 2025 è iniziato. Mentre si attende l’arrivo dei dati definitivi sulle entrate fiscali, previsto per le prossime settimane, il Ministero dell’Economia è già al lavoro per individuare le risorse necessarie a finanziare gli interventi in programma.
Le stime preliminari sono positive e si parla di un possibile extragettito fino a 10 miliardi di euro, derivante principalmente dalle autoliquidazioni dell’Irpef e da altre scadenze fiscali prorogate.
Tra i temi caldi al centro del dibattito sulla manovra spicca quello della previdenza. Con la scadenza di Quota 103 prevista per la fine dell’anno, si preannuncia una profonda revisione del sistema pensionistico. Sebbene il ritorno alla Legge Fornero sia stato escluso, si sta lavorando all’introduzione di una nuova Quota 41, che permetterebbe l’uscita anticipata a chi ha maturato 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.
Tuttavia, la nuova Quota 41 presenterebbe un importante elemento di novità: il ricalcolo della pensione avverrebbe esclusivamente sulla base dei contributi versati, escludendo il metodo retributivo. Ciò significa che chi sceglierà di andare in pensione prima del raggiungimento dei 67 anni, età prevista per la pensione di vecchiaia, subirà una penalizzazione sull’importo mensile erogato dall’INPS.
Per controbilanciare le penalizzazioni legate all’uscita anticipata, il Governo sta valutando l’introduzione di incentivi economici per chi, pur avendo maturato i requisiti per la pensione con la nuova Quota 41, decida di rimanere nel mondo del lavoro.