Stop al bonus 18 App, la maggioranza spinge: “Nascerà una nuova Carta Cultura”. Protesta l’opposizione. EMENDAMENTO LEGGE DI BILANCIO

La maggioranza di Governo ha presentato un emendamento alla legge di bilancio firmato da Federico Mollicone (Fdi), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (FI) in cui si prevede l’abolizione del bonus cultura 18 app per reinvestire i fondi per finalità di sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura. Subito lo stop da parte dell’opposizione.
Si tratta di un tesoretto da 230 milioni annuali che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia vorrebbero dirottare su attività varie. Un esempio? Ci sono 5 milioni per i carnevali storici, 1 milione per cori, festival e bande musicali e 1 milione per la creazione di una Fondazione Vittoriano, per gestire e valorizzare il complesso del Vittoriano a Roma. Tra le proposte, c’è anche l’assunzione di 750 persone al ministero, si legge su La Repubblica.
“Il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso. La sostituzione di 18app con una nuova ‘carta cultura’ è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura“.
Lo dichiarano in una nota il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, il capogruppo della Lega in VII Commissione Rossano Sasso e il capogruppo di FI in VII Commissione Rita Dalla Chiesa, firmatari dell’emendamento che abroga l’attuale bonus ’18 App’ per redistribuire le relative risorse.
“Il ministro Sangiuliano e i sottosegretari – fanno sapere i tre parlamentari – stanno già lavorando per convocare un incontro ai primi di gennaio con le categorie coinvolte per definire le linee di questa nuova ‘carta della cultura’, senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici, sostenendo le famiglie. L’emendamento sottoscritto dai gruppi parlamentari di maggioranza è volto all’istituzione di un nuovo welfare dello spettacolo, introducendo 100 milioni per l’indennità di discontinuità degli artisti che sono in difficoltà economica; per la riforma del Fondo Unico dello Spettacolo, incrementando di 40 milioni di euro la dotazione, sostenendo le categorie dello spettacolo dal vivo; per il sostegno con 45 milioni complessivi alla filiera del libro e delle biblioteche, con ricadute per l’indotto anche delle librerie di prossimità, degli autori e dei traduttori; per il sostegno al cinema e alle sale; per il sostegno del patrimonio culturale materiale e immateriale“.
“Renzi e Franceschini stiano tranquilli. Il Parlamento – concludono – sarà principale sede per la definizione delle politiche culturali“.
Emendamento che mobilita l’opposizione: Maria Elena Boschi di Italia Viva, ministro dell’allora governo Renzi, dice: “Il bonus diciottenni ha aumentato i consumi culturali e aiutato molti giovani a essere cittadini consapevoli, viene copiata in tutta Europa. Cancellarla oggi sarebbe una follia. Meloni blocchi questo autogol“.
Su Twitter, l’ex ministro Dario Franceschini rincara: “Un emendamento della maggioranza azzera la #app18. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un #bonuscultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura“.
“Alla Destra evidentemente non bastava non aver previsto alcuna risorsa per la cultura nella manovra presentata al Parlamento. Adesso con un emendamento alla legge di bilancio vogliono abrogare il Bonus cultura, conosciuto come “18app“.
Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura di Camera e Senato.
“Il danno sarebbe enorme, perché le risorse a copertura di questo strumento sono state rese stabili nella scorsa legge di bilancio e gli operatori del settore contano su quegli introiti. Dopo la pandemia il settore culturale va sostenuto con misure che si dispiegano nel tempo, soprattutto in questa fase di crisi energetica e di calo generalizzato dei consumi“, proseguono i pentastellati.
“In campagna elettorale Giorgia Meloni disse testualmente “ai giovani è stato tolto tutto, il diritto all’educazione, alla socialità, allo sport. È nostra responsabilità restituire ai ragazzi quello che gli è stato tolto”. E invece è proprio lei a togliere risorse per i giovani“, concludono.