Mamme di origine straniera a scuola insieme ai figli: imparano l’italiano e a ottenere lo SPID
A Udine le mamme di origine straniera sono accolte a scuola insieme ai loro figli: le donne imparano l’italiano e non solo, anche ad ottenere e usare lo Spid.
Come riporta Il Gazzettino, sono quasi un centinaio, secondo i calcoli della dirigente del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti (Cpia) di Udine Flavia Virgilio, le donne che nell’ultima annata hanno frequentato le lezioni a pochi metri dalle classi dei loro bambini e delle loro bambine, in scuole dove la percentuale di alunni originari di altre terre va dal 40% fino a sfiorare, in alcuni poli, addirittura l’80-90%. Fino allo scorso anno erano stati coinvolti già tre istituti comprensivi di Udine. Ma per il prossimo anno scolastico anche il quarto vorrebbe cimentarsi in questa nuova avventura.
Le nuove idee non mancano. Uno dei dirigenti degli istituti coinvolti, il Sesto, propone di incentrare il programma sull’informatica “visto che abbiamo circa 70-80 ragazzi a lezione al pomeriggio alla media Bellavitis. Potrebbe essere un’idea, dal momento che la mia intenzione è quella di tenere aperta la scuola il più possibile al pomeriggio“.
Dato che le lezioni per le donne si svolgono in concomitanza con quelle dei ragazzi, non serve personale aggiuntivo e gli insegnanti per tali corsi li mettono a disposizione il Cpia
“Lo faremo anche quest’anno, per dare alle donne la possibilità di accedere a un titolo spendibile. Abbiamo voluto dare loro la possibilità di imparare l’italiano, ma anche l’uso del registro elettronico. L’ambiente era molto tutelato e protetto, una cosa rassicurante anche per alcuni mariti musulmani», spiega una delle dirigenti scolastiche.
Al Primo istituto la dirigente Sabrina Monai, dice che dopo aver “testato” l’iniziativa fra maggio e giugno, pensa di riproporla: “Abbiamo una percentuale abbastanza alta di alunni di origine straniera: sfioriamo il 40%. Molte delle loro mamme non sanno l’italiano. Vorremmo anche fare uno sportello per le mamme straniere in difficoltà con l’uso del registro elettronico”.