Maltrattamenti alla figlia per oltre 10 anni, mamma condannata a 2 anni di carcere: “In ginocchio sui ceci per ore. Dovevo sempre prendere il massimo dei voti altrimenti venivo punita”

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Una donna è stata condannata a due anni di reclusione per aver maltrattato e umiliato la figlia per 14 anni. La giovane, oggi 23enne, ha raccontato in tribunale le angherie subite fin dall’infanzia: botte, insulti, punizioni corporali, come essere costretta a rimanere in ginocchio sui ceci per ore.

La vicenda viene raccontata dall’edizione di Torino del Corriere della Sera.

“All’epoca frequentavo le elementari – ha dichiarato la ragazza – dovevo sempre prendere il massimo dei voti altrimenti venivo punita“. La vittima ha confessato di aver taciuto per anni, per paura di creare problemi alla madre: “Non li mostravo a nessuno, avevo paura che mamma passasse dei guai”.

Un’escalation di violenza psicologica e fisica

Con il passare degli anni, la violenza della madre si è inasprita, passando dalle percosse alle umiliazioni psicologiche. “Diceva che non mi poteva più picchiare perché i segni si sarebbero visti – ha raccontato la ragazza –. Allora mi ripeteva che non valevo niente, che ero una schifezza di figlia”. La giovane ha preso coscienza della tossicità del rapporto con la madre solo crescendo e confrontandosi con i coetanei: “Per me era tutto normale. Solo crescendo mi sono resa conto che i metodi utilizzati da mia mamma erano del tutto errati”.

Gli atti dell’inchiesta rivelano anche il controllo ossessivo esercitato dalla madre, che vietava alla figlia di uscire con le amiche, controllava il suo diario segreto e la obbligava a inviare foto per verificare dove si trovasse. Nonostante i tentativi della mamma di screditare la figlia durante il processo, i giudici hanno confermato la condanna a due anni di reclusione, sottolineando come l’imputata abbia cercato di “mettere in cattiva luce” la vittima con pretesti “inidonei a giustificare la sua condotta”.

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