Malattia dipendente, può essere trascorsa all’estero? Cosa fare?
E’ possibile trasferirsi all’estero quando si è in malattia, ma ci sono delle regole da rispettare prima di spostarsi.
Ogni persona ha diritto a curarsi. E anche il trasferimento all’estero non può certo essere negato. Tuttavia però occorre stare attenti a fare i passi corretti, senza incorrere in errore. Con la circolare n. 192 del 7 ottobre 1996, l’INPS chiarisce alcuni casi che riguardano il periodo della malattia. Il trasferimento all’estero in un paese UE o extra UE di un lavoratore in malattia è subordinato al possesso di un’autorizzazione. Ma vediamo di approfondire meglio la circostanza attraverso un quesito da parte di una lettrice:
Buon giorno. Pongo un quesito particolare. Contratto di lavoro scuola. Un docente in malattia può richiedere come i dipendenti pubblici una variazione del domicilio per la visita fiscale se deve trasferirsi all’ estero? Inps dice che è possibile basta comunicare a loro e alla scuola nei giorni di trasferimento il nuovo domicilio, ma di verificare il contratto scuola se lo prevede
Non riesco ad avere informazioni precise , potete gentilmente aiutarmi…Porgo i miei più cordiali saluti in attesa di un vostro gentile riscontro
Quando il lavoratore può trasferirsi all’estero
Al lavoratore che si reca, durante la malattia, in località diversa da quella abituale va riconosciuto il diritto alla relativa indennità, ma non deve dimenticare di comunicare all’Istituto e al datore di lavoro, utilizzando la medesima certificazione di malattia o altro mezzo idoneo, il nuovo indirizzo temporaneo, consentendo tutti i controlli sanitari ritenuti necessari.
La possibilità di controllo sanitario costituisce, quindi, in sostanza, il presupposto della trasferibilità del domicilio durante la malattia. Tuttavia il trasferimento all’estero potrebbe rendere difficili i controlli. La normativa CEE (art.22 del Regolamento n.1408/71 del 14.6.1971, in suppl. Atti Uff. gennaio 1993) prevede che in caso di trasferimento all’estero durante la malattia, occorre un’autorizzazione lasciata dall’Istituzione competente.
L’’INPS rientrare nel concetto di “istituzione competente”, ma l’autorizzazione a spostamenti nell’ambito dei paesi CEE viene, per prassi, rilasciata dalle USL (su mod. E112), a cui pertanto l’interessato deve rivolgersi. In caso di trasferimento, quindi, il lavoratore dovrà, ai fini di interesse, fornire all’INPS e al datore di lavoro copia della predetta autorizzazione.
Qualora l’interessato si rivolga all’INPS, il medico dell’Istituto valuterà allo scopo la necessità di migliori cure e/o di assistenza che il lavoratore potrà ricevere nell’altro Paese, subordinando, eventualmente, l’autorizzazione all’onere di sottoporsi a visite di controllo – di cui dovrà esibire la relativa documentazione – presso istituzioni sanitarie del luogo o da parte di medici di fiducia dei consolati o ambasciate d’Italia. Se non si rispettano tali regole c’è il rischio di perdere l’indennità.
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