“Mai parlar male degli insegnanti davanti ai propri figli”, l’appello di Umberto Galimberti: “Si finisce per non fidarsi più di nessuno”

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“Mai parlar male degli insegnanti davanti ai propri figli”. È l’appello lanciato dal filosofo Umberto Galimberti durante l’incontro “Scuola per Genitori Plus”, organizzato da Confartigianato Vicenza.

Secondo il pensatore, criticare i docenti di fronte ai bambini crea una pericolosa confusione nel loro universo affettivo, che a scuola si amplia oltre la famiglia. “Il bambino – ha spiegato Galimberti – sviluppa un legame affettivo con l’insegnante, che sia di amore o di odio. Se sente i genitori denigrare la maestra, percepisce di aver sbagliato ad affezionarsi e finisce per non fidarsi più di nessuno”.

Galimberti ha poi raccontato un aneddoto personale, ricordando quando la sua maestra, “con un anello enorme”, gli ruppe il naso. La madre, anche lei insegnante, anziché protestare, lo rimproverò a sua volta. “Questa – ha sottolineato con ironia – è la vera collaborazione scuola-famiglia, non i genitori che difendono a spada tratta i figli”.

“La scuola istruisce, ma non educa. I regali uccidono il desiderio”

Per Galimberti, la scuola fallisce nel suo compito principale: educare. “I genitori – ha affermato – sono interessati solo alla promozione dei figli, non alla loro formazione. E i professori, pur di evitare problemi, promuovono tutti”.

Il filosofo ha ribadito la sua nota distinzione tra istruzione, intesa come trasmissione di competenze, ed educazione, che significa “condurre”, formare la personalità. “Per educare – ha spiegato – servono classi con pochi alunni. Con 30 studenti è impossibile”.

Galimberti ha poi criticato l’atteggiamento di molti genitori, concentrati sugli aspetti materiali a discapito di quelli psicologici: “Le madri parlano ai figli solo a livello fisico, senza mai chiedere loro ‘sei felice?’. E poi li sommergono di regali, uccidendo il desiderio, che è mancanza”.

“Dodici anni per parlare con i figli. Non sprechiamoli”

“Abbiamo solo dodici anni per parlare veramente con i nostri figli – ha concluso Galimberti – . Riempirli di regali in cambio di parole mancate è un delitto. Poi ci lamentiamo che sono indifferenti a tutto”. Un monito a recuperare il dialogo e la vera educazione, basata sull’ascolto e sulla comprensione dei bisogni psicologici dei bambini, anziché sulla soddisfazione materiale.

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