Maestre e studenti dormono insieme in palestra, piovono critiche: “troppe responsabilità, chiamate SUPERMAN”, sono contraria “la scuola è impegno”. Ma non tutti concordano, molti ritengono l’esperienza formativa. I commenti
Ieri abbiamo riportato l’esperienza di una una scuola che per un giorno si trasforma in un luogo di convivialità, dove i banchi diventano tavoli da pranzo e da colazione. “Gli studenti di quinta elementare di questa scuola hanno vissuto un’esperienza unica”, racconta “BergamoNews”.
“L’ultimo venerdì dell’anno scolastico, dopo la fine delle lezioni, sono tornati a scuola con sacchi a pelo, pigiami e ciabatte per trascorrere la notte con i compagni e le insegnanti”. Questa esperienza ha trasformato la scuola in qualcosa di più di un semplice luogo di apprendimento. È diventata un luogo di amicizia, affetto e condivisione. La lavagna interattiva multimediale, solitamente utilizzata per le lezioni, diventa uno schermo per il cinema. I tappetini della palestra, testimoni di salti e capriole, ospitano per una notte sacchi a pelo colorati. Questo è ciò che è accaduto alla scuola primaria “Dante Alighieri” di Orio al Serio e che ha scatenato un confronto acceso sui nostri social dividendo il pubblico da T9 in favorevoli e contrari all’iniziativa.
La questione responsabilità, che in questi mesi è tornata in auge alla cronaca dopo importanti episodi di cronaca, ha scatenato le reazioni preoccupate di molti docenti. “E se due/tre genitori, a rotazione, organizzassero gite, soggiorni, cacce al tesoro, pic-nic nei parchi, pigiama party… con tutti i compagnetti dei loro figli, assumendosene la piena responsabilità?” suggerisce Elena poco entusiasta. Tra le voci critiche anche quella di Anna Maria che sottolinea: “Cerchiamo di ridare agli studenti l’idea che la scuola prima di tutto è IMPEGNO, SE SI VUOLE CRESCERE, certo supportato da attività creative e tutto il resto, ma impegno, ascolto, attenzione e rispetto degli altri anche se non si dorme insieme, non è giocare, giocare, giocare! E comunque la vigilanza di oltre 20 bambini deve essere garantita! E qui ci vuole SUPER MAN!”
“Ormai siamo alla frutta“, commenta Anthos, manifestando il suo disappunto per la situazione attuale della scuola. Gina condivide il suo punto di vista: “Giusto! La scuola deve assolutamente restare un’istituzione seria. Poi non lamentiamoci se questi bambini, futuri adolescenti, faranno fatica e avranno difficoltà nel rapportarsi e percepire il ruolo dell’insegnante. I pigiama party lasciamoli alle abitazioni degli amichetti“. “Quindi ora oltre a fare le babysitter tocca fare anche b&b? La situazione sta sfuggendo poco poco di mano eh…“, commenta amaramente Claudia.
Sabrina, invece, la pensa diversamente e lancia un appello: “Quelli che non sono d’accordo, che pensano in primis all’assicurazione, ai rischi, a quante ore dobbiamo ancora stare a scuola… a loro da genitore vorrei dire che forse bisognerebbe fare tutti un passo indietro e riscoprire un po’ di valori che possano andare oltre i programmi, l’ordine e la disciplina. Tornate umani se vi riesce!”
Alessandra solleva una questione di equità e riflette sulla funzione dei docenti: “Come mai, a professionisti in altri campi, non si chiedano mai prestazioni a titolo gratuito con assunzione di responsabilità oltre il limite strettamente legato all’esercizio della propria mansione, mentre verso i docenti si hanno certi tipi di pretese? L’umanità la si mette nelle modalità in cui ci si rapporta agli alunni, nell’interesse verso la loro persona, nella cura e serietà con cui si svolge la propria professione, non nelle gite o nei pigiama party“.
Simona condivide la sua esperienza positiva: “La stessa esperienza la viviamo anche noi con i bambini della scuola dell’infanzia di Cadolino di Nettuno, con i bambini dell’ultimo anno. Un’esperienza intensa ed emozionante per tutti, bambini, insegnanti e famiglie!“. Simone, invece, suggerisce ironicamente che molti dei commenti negativi derivano dalla gelosia di non aver avuto un’esperienza del genere.
La scuola di Bergamo non è la sola ad organizzare iniziative simili, Manuel condivide la sua esperienza: “Mio figlio lo farà al terzo anno d’asilo, la chiamano ‘Notte del coraggio’. Utile anche per i genitori…“. Paola sottolinea che esperienze simili sono state proposte anche nelle scuole Filzi di Rovereto, e condivide sia gli aspetti positivi che le critiche. “Per me molto meno stressante delle uscite didattiche sia sul piano della responsabilità, sia rispetto all’offerta delle varie proposte che ricevono le scuole“, aggiunge.
Beatrice difende l’iniziativa e critica coloro che commentano in “modo acido”: “Certi colleghi che commentano in modo acido, critico e pesante dovrebbero farsi LORO due domande. Quando si parla di declino della scuola, sarebbe il caso di prendersi la parte di colpa che tocca. Personalmente apprezzo molto ciò che le colleghe di Orio hanno fatto. A quei bambini resterà nel cuore il ricordo di quella notte, durante la quale la scuola non era solo scuola e le maestre complici di cose che vanno oltre le regole scolastiche“.