Maestra non può aggiornarsi perché la Carta del docente va solo a chi è di ruolo, Anief: il Tribunale di Velletri ribadisce che è un errore e fa avere all’insegnante 1.500 euro per 3 anni di supplenza

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Sulla Carta del docente per l’aggiornamento professionale il Consiglio di Stato 16 marzo 2022 non ha avuto incertezze nell’asserire che va assegnata anche ai precari poiché escluderli comporta una discriminazione immotivata oltre irrispettosa di almeno tre articoli della Costituzione: per questi motivi, il Tribunale di Velletri ha deciso di accogliere il ricorso di una maestra che per tre anni scolastici – tra il 2016 e il 2019 – ha svolto altrettante supplenze annuali e ha chiesto, con successo, i 1.500 euro complessivi che lo Stato gli aveva negato.

Nella sentenza di Velletri si legge che “sul tema in argomento il Consiglio di Stato, con sentenza del 16 marzo 2022 n. 1842 – ha ritenuto illegittima l’esclusione dal beneficio dei docenti con contratto di lavoro a termine, in quanto irragionevole e contraria ai principi di non discriminazione e buon andamento, e ha annullato la nota del M.i.u.r. n. 15219 del 15 ottobre 2015, nella parte in cui specificava che la “Carta del docente” e i relativi € 500,00 annui erano assegnati ai soli docenti di ruolo e non anche ai docenti con contratto a tempo determinato, nonché l’art. 2 d.p.c.m. 23 settembre 2015 n. 32313 che limitava il beneficio ai soli docenti di ruolo, in quanto “un tale sistema collide con i precetti costituzionali degli artt. 3,35 e 97 Cost., sia per la discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri docenti di aggiornare la loro preparazione), sia, ancor di più, per la lesione del principio di buon andamento della P.A.”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, si chiede: “Dopo la posizione netta del Consiglio di Stato sulla card del docente, ribadita poi dalla Corte di Giustizia europea, è improbabile che i tribunali del lavoro possano intraprendere un’altra strada e sovvertire quelle idee. Anche il Governo ha seguito quella linea, con il decreto Salva-Infrazioni poi diventato legge, anche se solo per il corrente anno scolastico e per i supplenti con contratto in scadenza il 31 agosto 2024. Per gli altri non resta che presentare ricorso con il nostro sindacato”, conclude Pacifico.

LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA

“In accoglimento del ricorso, disapplicato l’art. 3 d.p.c.m. 28 novembre 2016, nella parte in cui esclude i docenti non di ruolo dal beneficio, dichiara il diritto di XXXXXX XXXXXX a usufruire della Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo per gli anni scolastici 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019, per l’importo nominale complessivo di € 1.500,00;

per l’effetto, condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro pro tempore, ad attivare la Carta elettronica del docente in favore di XXXXXX XXXXXX, per gli anni scolastici 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019 e per l’importo nominale complessivo di € 1.500,00;

condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro pro tempore, al pagamento in favore di XXXXXX XXXXXX dei compensi di lite, liquidati in 1.030,00, oltre spese generali, Iva e Cpa come per legge, da distrarsi in favore dei procuratori dichiaratisi antistatari.

Si comunichi. Velletri, 29 settembre 2023”.

IL RICORSO CON IL SINDACATO

Il giovane sindacato Anief ha deciso di proporre i ricorsi per accedere con Anief al bonus docente: l’obiettivo è quello di recuperare 500 euro per ogni supplenza, anche per i contratti fino al 30 giugno, al termine delle lezioni o di durata ancora inferiore. Per maggiori informazioni o per aderire all’impugnativa del nostro sindacato, in modalità singola o collettiva, basta collegarsi con la pagina internet predisposta dal sindacato autonomo.

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