Maestra della primaria a Roma recupera i 3.000 euro della Carta docente, per il giudice gli obblighi di formazione riguardano anche i precari. Pacifico (Anief): chi non fa ricorso spreca un’occasione

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Una maestra della scuola primaria ha preso servizio per sei anni – tra il 2016 e il 2022 – come supplente in più comprensivi di Roma, anche come docente di sostegno: a un certo punto si è resa conto che in questo periodo ha svolto le stesse mansioni dei colleghi di ruolo, assolvendo anche all’aggiornamento professionale però a sue spese.

Si è quindi decisa a fare ricorso con i legali dell’Anief e adesso è stata giustamente ricompensata: il giudice del Tribunale di Roma, III sezione Lavoro, ha infatti accolto il ricorso ordinando il Ministero di assegnargli i 3.000 euro che gli aveva negato e condannando la stessa amministrazione a pagare anche le spese processuali pari ad oltre 2.000 euro.

Nella sentenza, il giudice del tribunale romano ha scritto che la maestra, vincitrice anche di concorso, ha diritto al bonus perché gli articoli 63 e 64 del contratto di lavoro del comparto Istruzione “nel disciplinare gli obblighi di formazione non distinguono tra personale a tempo determinato e personale a tempo indeterminato”, come fatto anche osservare dal Consiglio di Stato, con la sentenza n.1842/2022. Inoltre, il Tribunale di Roma ha evidenziato che la Corte di giustizia europea, con un’Ordinanza esemplare del 2022 ha rimarcato come l’esclusione dei precari dalla Carta del docente risulti discriminante e in contrasto con la Direttiva 1999/70/CE/ del Consiglio del 28 giugno 1999.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, quella di “presentare e vincere il ricorso gratuito con il giovane sindacato sulla Carta del docente sta diventando una prassi comune: oltre 10 mila supplenti ed ex precari hanno avuto soddisfazione, recuperando l’intera somma non assegnata in un primo momento dallo Stato. Da qualche giorno, tra l’altro, si sono spalancate le porte della Carta del docente per almeno altri 150 mila precari contrattualizzati fino al 30 giugno, a seguito della decisione della Cassazione di estenderne il beneficio anche a loro, dopo che il governo con la Legge 103 del 10 agosto 2023 aveva già aperto la carta agli insegnanti con contratto in scadenza 31 agosto. Inoltre, diversi giudici cominciano ad assegnare il bonus anche a coloro che hanno svolto almeno 150 giorni di supplenza in un anno scolastico. In questa situazione particolarmente favorevole – conclude Pacifico – non presentare ricorso con Anief, peraltro senza alcuna spesa da affrontare, rappresenterebbe davvero un’occasione persa”.

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