L’uso precoce dei social media compromette il rendimento a scuola: “Studenti svantaggiati più esposti ai rischi dell’iperconnessione”. Lo studio italiano

L’accesso precoce a social network e smartphone incide negativamente sul rendimento scolastico degli adolescenti, con effetti particolarmente marcati tra gli studenti provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati.
È quanto emerge dalla ricerca “Eyes Up”, presentata il 28 febbraio e condotta dall’Università Bicocca di Milano in collaborazione con l’Università di Brescia, l’Associazione Sloworking e il Centro Studi Socialis, con il finanziamento della Fondazione Cariplo.
Lo studio, coordinato da Marco Gui, docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, ha coinvolto oltre 6.000 studenti lombardi del secondo e terzo anno di scuole secondarie di secondo grado. I risultati mostrano che l’11,4% degli adolescenti accede per la prima volta a piattaforme come TikTok o Instagram già in quinta elementare o prima, mentre il 72,3% inizia durante la scuola media. Solo il 16,4% attende il primo anno delle superiori o oltre.
“L’analisi ha tenuto in considerazione tutti gli elementi di contesto, quindi possiamo affermare che l’effetto dei social viene prima di tutte le altre variabili”, spiega Gui a La Repubblica. “Le fasce svantaggiate hanno però meno tempo e meno disponibilità di seguire i figli, in un momento storico in cui la protezione è lasciata tutta alla famiglia.”
La nuova disuguaglianza digitale colpisce i più vulnerabili
La ricerca evidenzia un preoccupante rovesciamento del digital divide tradizionale: non è più l’accesso alla tecnologia a creare disuguaglianze, ma l’esposizione eccessiva e precoce ai dispositivi digitali. Gli studenti con genitori meno istruiti ricevono il primo smartphone prima rispetto ai coetanei con background più privilegiati: il 15,6% di ragazzi i cui genitori non hanno un diploma accede ai social in quinta elementare o prima, percentuale che scende all’8,6% nel caso di genitori laureati.
“Il digital divide sembra essersi in qualche modo capovolto”, sottolinea lo studio. “Sono ora i bambini e gli adolescenti in contesti più svantaggiati a stare connessi più ore e a vivere in ambienti più pervasi da smartphone e social durante la giornata. Ci si chiede se non si stia assistendo a una nuova ‘disuguaglianza di iperconnessione’.”
I risultati scolastici confermano la tendenza: chi ha iniziato a frequentare i social precocemente mostra performance nettamente peggiori sia in italiano che in matematica, mentre la correlazione è meno evidente per l’inglese.
Abitudini digitali e differenze di genere: un quadro preoccupante
Lo studio rileva anche significative differenze di genere nell’utilizzo dei dispositivi digitali. Le ragazze utilizzano maggiormente i social network e mostrano un coinvolgimento emotivo più intenso, probabilmente legato a questioni di autostima e confronto sociale. I ragazzi, invece, prediligono attività di gaming e la fruizione di contenuti in streaming su piattaforme come YouTube o Twitch. Ciò che accomuna tutti gli adolescenti è la tendenza all’uso eccessivo: oltre il 50% utilizza lo smartphone appena sveglio e il 22% lo consulta anche durante la notte, interrompendo il riposo. Il 51% ammette inoltre di usare il dispositivo durante i pasti in famiglia, sebbene solo il 10% lo faccia sistematicamente.
Il commento del Ministro
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha commentato i risultati affermando che rappresentano “un’ulteriore conferma della bontà e necessità della nostra decisione” di vietare l’uso dei telefonini in classe, anche per fini educativi, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Tale divieto, formalizzato con una circolare ministeriale dello scorso luglio, si inserisce nel quadro delle nuove Linee guida per l’Educazione civica promosse dal Ministero.
Distinzione tra smartphone e altri dispositivi digitali
La ricerca presentata a Milano Bicocca introduce un’importante distinzione tra l’impatto dei diversi dispositivi tecnologici sull’apprendimento. Mentre gli smartphone risultano particolarmente problematici, altri strumenti come tablet e computer non mostrano un’influenza negativa significativa sui processi di apprendimento quando utilizzati sotto la guida dei docenti. Per questo motivo, il Ministero ha confermato la facoltà di utilizzare questi dispositivi per fini didattici nelle scuole, mantenendo il divieto specifico solo per gli smartphone.
Consenso internazionale sulla problematica
La posizione del Ministero trova riscontro anche a livello internazionale. Durante il G7 Istruzione di Trieste, l’OCSE ha evidenziato il collegamento tra il calo della capacità di apprendimento e l’utilizzo precoce di cellulari e social media. Analogamente, l’UNESCO ha condiviso questa tesi, confermando un crescente consenso scientifico sulla questione.
“Ribadiamo il nostro impegno nel promuovere un uso responsabile delle tecnologie digitali”, ha dichiarato il Ministro Valditara, sottolineando l’obiettivo di “migliorare la qualità dell’insegnamento e garantire un ambiente educativo che favorisca l’apprendimento e il benessere degli studenti”.