Lucattini: “I ragazzi hanno bisogno di vedere lo studio in un’ottica diversa per superare noia e apatia”

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Negli ultimi anni, un crescente numero di adolescenti si trova a fare i conti con ansia, disturbi emotivi e dell’attenzione. La principale colpevole? La dipendenza da smartphone e tecnologia.

La psicoanalista Adelia Lucattini, componente della Società Psicoanalitica Italiana, osserva che l’adolescenza è un periodo cruciale per la formazione della personalità. Eppure, molti giovani sono talmente assorbiti dalla tecnologia da trascurare il proprio sviluppo personale.

Gli effetti negativi sono evidenti. Gli adolescenti iperconnessi faticano a rimanere concentrati, vengono costantemente distratti dai messaggi in entrata e, come risultato, non riescono a completare compiti o a riflettere profondamente su argomenti complessi. La lettura, ad esempio, è sempre più trascurata. Secondo i dati ISTAT, la percentuale di italiani che ha letto almeno un libro (al di fuori delle esigenze scolastiche o professionali) è scesa dal 46,8% nel 2010 al 39,3% nel 2022.

Ecco dove genitori e insegnanti possono fare la differenza. Lucattini sostiene che gli insegnanti, pur nelle difficoltà quotidiane, hanno il potere e la formazione per aiutare gli studenti a ritrovare la passione per lo studio. Le scuole offrono opportunità inestimabili di apprendimento e maturazione, ma è essenziale che genitori e insegnanti collaborino.

Per i genitori, questo spesso significa affrontare la resistenza dei propri figli. L’adolescenza è, per natura, un periodo di ribellione, ma è fondamentale che i genitori stabiliscano limiti chiari sull’uso della tecnologia. Questo non significa solo limitare il tempo trascorso davanti agli schermi, ma anche spiegare il motivo di tali limiti e dare l’esempio. Infine, come osserva Lucattini, la crescita psichica si basa su “asimmetrie”; avere regole e limiti chiari è fondamentale per il benessere psicologico dei giovani.

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