Lo Stato “dimentica” di pagare la Rpd a tutti i supplenti brevi, chi fa ricorso la recupera. Anief: ad una maestra il giudice di Castrovillari fa avere 2 mila euro più interessi per quattro contratti

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La Retribuzione professionale docente è un emolumento che “ha natura fissa e continuativa e non è collegato a particolari modalità di svolgimento della prestazione del personale docente ed educativo e dopo aver richiamato il contenuto della clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE”.

L’interpretazione è del giudice del Lavoro del Tribunale di Castrovillari, che rifacendosi alle norme euro-unitarie anche all’Ordinanza della Corte di Cassazione, sezione Lavoro, del 27 luglio 2018, n. 20015, ha così risposto al ricorso di una maestra della scuola dell’infanzia.

La docente aveva “prestato supplenze brevi negli anni scolastici 2015/2016, 2016/2017, 2017/2018, 2018/2019” senza “aver percepito la retribuzione professionale docenti prevista dall’art. 7 CCNL del 15.3.2001 in quanto corrisposta dall’Amministrazione soltanto ai docenti di ruolo ed ai precari con contratto a termine di durata annuale”. Per il tribunale, che ha studiato la normativa e le numerose sentenze sinora emesse in materia, l’amministrazione scolastica deve precedere “al pagamento in favore della parte ricorrente delle differenze retributive maturate pari ad Euro 2.034,86, oltre al maggior importo tra interessi al saggio legale e rivalutazione monetaria ai sensi dell’art. art. 22, comma 36 L. n. 724/1994 dalla data della maturazione dei diritti al soddisfo”.

 

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “omettere la Retribuzione professionale docente, al pari della Cia degli Ata, significa negare un diritto del lavoratore, considerando che il supplente svolge lo stesso lavoro dei colleghi di ruolo e quindi non può vedersi negare una ‘voce’ stipendiale così importante. Dunque, il diritto non cambia se il contratto è a tempo indeterminato o di pochi giorni. Questo significa che tutti coloro che hanno svolto supplenze ‘brevi e saltuarie’ possono aderire al ricorso Anief per recuperare RPD e CIA più gli interessi accumulati negli anni. Maestri e insegnanti che aderiscono al ricorso Anief – supplenti o di ruolo con un passato da precari – possono chiedere la RPD o CIA non corrisposta negli ultimi cinque anni, pari a circa stipendio in più per ogni anno di servizio svolto.

 

LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA

Il tribunale del Lavoro di Castrovillari ha concluso che la docente che ha presentato ricorso, dopo avere svolto quattro annualità di supplenze senza ricevere la Rpd, ha pieno diritto “al riconoscimento della retribuzione professionale docenti ex art. 7 CCNL 2001 e per l’effetto condanna il Ministero dell’Istruzione al pagamento in favore della parte ricorrente delle differenze retributive maturate a titolo di retribuzione professionale docenti negli anni scolastici indicati, oltre al maggior importo tra interessi al saggio legale e rivalutazione monetaria ai sensi dell’art. art. 22, comma 36 L. n. 724/1994 dalla data della maturazione dei diritti al soddisfo; condanna il Ministero dell’Istruzione al pagamento delle spese di lite che liquida in complessive 1.000,00 oltre IVA, CPA e rimborso forfettario come per legge, da distrarsi”.

 

I TANTI RICORSI VINTI DA ANIEF SULLA RPD

Sono innumerevoli le sentenze di restituzione ai docenti della retribuzione professionale docenti precari, pari a 174.50 euro al mese, negata a tutti gli insegnanti precari (come pure la Cia al personale Ata). Negli ultimi mesi tanti giudici hanno accordato la restituzione dei 174,50 euro al mese, per mancata assegnazione della cosiddetta Rpd: si era espresso favorevolmente a febbraio il tribunale di Forlì, poi quello di Modena, quindi di Catania, in primavera abbiamo avuto la sentenza favorevole di Paola. E ancora, nella provincia di Cosenza, dove una maestra ha recuperato quasi 2mila euro più interessi e un’altra quasi 2.900 euro, poi a Verona, dove il giudice del lavoro ha accordato 1.200 euro per un solo anno di supplenza annuale svolto.

 

Quindi è stata la volta del Tribunale di Firenze, che ha assegnato quasi 4mila euro più interessi ad una docente, quindi di Vercelli, che ha detto sì alla richiesta dei legali dell’Anief, presentata ad aprile, per rimborsare una docente con circa 1.700 euro più interessi. Poi è stata la volta di Modena, dove il tribunale del Lavoro ha restituito 1.646 euro con interessi a una docente per le supplenze “brevi” di tre anni scolastici, di Firenze, dove il giudice ha restituito oltre 2mila euro con interessi ad un’insegnante che ha svolto due supplenze e poi ancora di Udine, dove sono stati assegnati circa 1.500 euro. Più recenti sono le sentenze emesse a Vicenza, con il risarcimento ad una docente, per 236 giorni di supplenze svolti nel 2017/18, di 1.325 euro, a Ferrara e a Terni.

 

IL RICORSO PER RECUPERARE LA RPD NEGATA

Anief ricorda che è possibile presentare ricorso ad hoc per rivendicare il diritto alla riscossione di RPD (per i docenti) e CIA (per il personale Ata) mensili, negli ultimi due anni negato anche a decine di migliaia di supplenti “Covid”: sono tutti supplente che hanno percepito gli stipendi da precari ridotti di circa 170 euro mensili.

Qualora volessero definire l’entità della somma da recuperare possono anche utilizzare il calcolatore online messo a disposizione gratuitamente da Anief: fatto ciò, potranno attivare i ricorsi in Tribunale con il patrocinio dello stesso sindacato a condizioni fortemente agevolate. Anief continua a tenere aperte le adesioni al ricorso

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