Lo psicologo Lancini: “Rieducare una generazione in cui conta solo se sei visibile. Tutto è palcoscenico, perfino la nascita dei figli”
La tragedia che ha scosso Roma sta facendo discutere l’intero paese. Quattro giovani influencer, noti su Youtube, hanno centrato con il loro Suv una Smart, provocando un morto e due feriti. Questa tragedia, per quanto sconvolgente, non sembra essere un incidente isolato, ma un riflesso di problemi più ampi nella nostra società.
Le prime indagini suggeriscono che i giovani stavano guidando a una velocità eccessiva, forse in cerca di “like”, clic e successo online. Questo tragico incidente mette in discussione il ruolo dell’educazione e dei modelli di comportamento che la nostra società presenta ai più giovani.
Su Rai Radio 1, durante la trasmissione Forrest, Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro, ci invita a riflettere sulle sfide poste da queste “challenge” online e sul bisogno di limiti in una società ossessionata dall’audience e dalla visibilità.
Al centro del dibattito, la questione dell’educazione. Lancini sostiene che sia cruciale utilizzare eventi tragici come questo per riflettere e crescere. Per lui, dobbiamo riconsiderare come educare le nuove generazioni in un’epoca in cui “conta solo se sei visibile”.
Tuttavia, non si tratta solo di mettere in discussione l’educazione impartita dai genitori, ma anche i modelli proposti dalla società contemporanea. Quest’ultima è descritta come un palcoscenico in cui ogni evento, incluso la nascita dei figli, è registrato e spettacolarizzato.
In questo contesto, i giovani possono sentirsi valorizzati solo se visibili, se apprezzati con “like” sui social media. Lancini mette in dubbio la validità di questo meccanismo di riconoscimento.
L’incidente a Roma, dunque, pone una serie di domande scomode sulla nostra società e sui valori che trasmettiamo alle nuove generazioni. Rimane la speranza che la riflessione su questi temi possa portare a un cambiamento positivo e duraturo.