Lite tra studenti davanti un istituto scolastico, uno estrae un coltello. Il racconto del vice preside: “Ho lanciato due sguardi fulminanti e ho evitato il peggio”

Lite tra gli studenti in un istituto superiore a Rovigo. Come racconta Il Gazzettino, il vice preside ha sventato una potenziale tragedia intervenendo in una rissa con giovani armati di coltello.
L’episodio è avvenuto intorno alle 7.20 del mattino, mentre gli studenti si recavano a scuola. I due ragazzi hanno iniziato a litigare animatamente per futili motivi, legati a precedenti dissidi scolastici. La situazione è degenerata rapidamente, con uno dei due che ha estratto un coltello. Fortunatamente, il vicepreside, passando in auto, ha notato il capogruppo e ha intuito la gravità della situazione.
L’intervento provvidenziale del vicepreside
“Ho visto un capannello di ragazzi per la strada e ho percepito che qualcosa non andava”, ha raccontato. “Sembrava si stesse tenendo una sorta di regolamento di conti e mi sono preoccupato”. Con prontezza di spirito, il docente ha lanciato “due sguardi fulminanti” verso i ragazzi, intimidendoli e riuscendo a farli entrare a scuola. “Ho agito da educatore”, ha spiegato. “Immagino che per qualcuno non fossi tenuto a intervenire, perché eravamo fuori dalla scuola e io non ero in orario di lavoro. Ma come si fa? Non so se quel ragazzino volesse effettivamente fare del male a qualcuno, ma vedere un’arma da taglio mi è bastato”.
Il suo racconto si conclude amaramente: “Il disagio giovanile a cui stiamo assistendo è un fenomeno generale. I giovani sembra abbiano una visione della giustizia che non ha nulla a che vedere con l’equilibrio. È solo una legge del taglione”.
Studenti, coltelli e baby gang: un’emergenza nelle scuole?
Più episodi di cronaca, riportati da diverse testate giornalistiche, mettono in luce una preoccupante tendenza alla violenza tra gli studenti, con un aumento dei casi di minacce e aggressioni con coltelli, spesso riconducibili all’azione di baby gang.
Le cause di violenza giovanile sono molteplici e complesse. C’è da evidenziare il ruolo del disagio sociale, della mancanza di punti di riferimento e dell’influenza negativa del web.
Cosa fare dunque? La risposta deve essere multidisciplinare e coinvolgere scuola, famiglia e istituzioni. È necessario investire in prevenzione, educazione alla legalità e supporto psicologico agli adolescenti a rischio. Più volte la nostra testata ha riportato anche le difficoltà incontrate dalle scuole nell’intervenire a causa di limiti normativi. È fondamentale, dunque, rafforzare la collaborazione tra le istituzioni e promuovere un dialogo costruttivo per affrontare il problema della violenza giovanile e garantire la sicurezza nelle scuole e nella società.