“L’Italia sta fallendo il compito di fornire conoscenze e competenze adeguate in ambito scientifico, specialmente alle ragazze”. Gavosto lancia l’allarme

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“La scuola italiana sta fallendo il suo compito nel fornire le conoscenze e le competenze adeguate in ambito scientifico ad una parte molto rilevante degli studenti”.

Lo afferma Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, intervenuto oggi a Roma al convegno annuale dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (Airi), che vede al centro della giornata di quest’anno il tema del divario tra offerta formativa e domanda industriale.

Il fallimento è particolarmente evidente per le ragazze: “L’Italia è il paese in cui le ragazze soffrono di più un divario sulle competenze scientifiche e tecnologiche – commenta Gavosto – divario che inizia molto presto, già alle elementari, e quindi si trascina poi per tutto il percorso di studi successivo“.

Il sistema scolastico italiano ha compiuto grandi passi avanti da un punto di vista storico, ma le competenze scientifiche degli studenti italiani risultano ancora troppo scarse e molto indietro rispetto al panorama europeo, un problema ampiamente presente già prima della pandemia da Covid-19.

In Italia il 51% dei maturandi non raggiunge la soglia minima sulle competenze di matematica“, dice il direttore di Fondazione Agnelli, “In alcune regioni del Sud la percentuale sale addirittura al 70%, un dato terrificante“.

Le scarse conoscenze scientifiche trasmesse dalla scuola fin dall’inizio incidono poi sulla scelta dei giovani di intraprendere percorsi tecnico-scientifici all’università, come ricorda Gavosto.

L’Italia continua ad essere indietro per numero di laureati, in particolare per le discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica): abbiamo una media di 6,7% di laureati in materie tecnico-scientifiche contro una media europea del 12-13%. Inoltre – aggiunge Andrea Gavosto – le aziende chiedono sempre più anche competenze trasversali, come la capacità di organizzazione e di lavorare in autonomia, che il sistema scolastico non è attrezzato a fornire: la scuola deve essere modificata anche in quest’ottica“.

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