L’INVALSI: un edificio dalle fondamenta traballanti
Enrico Maranzana – Il ciclone “valutazione” si è abbattuto sulla scuola, originato da raccomandazioni europee. Il fatto che l’INVALSI radichi su una sollecitazione esterna, formulata da un ente che opera per ottimizzare l’impiego delle risorse, è di notevole significatività: la scuola è vista come una entità impenetrabile, i cui processi interni sono privi di significato per cui il controllo sarà da esercitare sui risultati che l’istituzione produce. La lettura dell’articolo della legge che ha costituito l’istituto romano offre molti elementi a sostegno di questa tesi.
Enrico Maranzana – Il ciclone “valutazione” si è abbattuto sulla scuola, originato da raccomandazioni europee. Il fatto che l’INVALSI radichi su una sollecitazione esterna, formulata da un ente che opera per ottimizzare l’impiego delle risorse, è di notevole significatività: la scuola è vista come una entità impenetrabile, i cui processi interni sono privi di significato per cui il controllo sarà da esercitare sui risultati che l’istituzione produce. La lettura dell’articolo della legge che ha costituito l’istituto romano offre molti elementi a sostegno di questa tesi.
Non è messa in discussione l’importanza di un organismo di vigilanza che, in parallelo con l’ordinaria gestione, segnali le devianze dall’ordinato, coordinato, strutturato, finalizzato itinerario verso la meta, per migliorarne la percorribilità.
Ai fini del progressivo miglioramento e dell’armonizzazione della qualità del sistema di istruzione e di formazione, l’istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche e formative
Art. 3 legge 53/2003 lettera
Miglioramento e armonizzazione della qualità del sistema di istruzione e di formazione
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La finalità dell’istituto è limitata all’istruzione e alla formazione: gli aspetti educativi non sono di pertinenza dell’Invalsi. L’accertamento del grado di avanzamento sul percorso dell’apprendimento è affidato ai docenti e alle commissioni dell’esame di Stato.
Esclusione significativa, in quanto la titolazione dell’articolo della legge è “Valutazione degli apprendimenti e della qualità del sistema educativo di istruzione e di formazione”:
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L’ordinamento vigente scandisce i processi scolastici a partire dagli aspetti formativi, a cui seguono quelli educativi, di coordinamento e, finalmente, quelli dell’insegnamento. La “programmazione dell’azione educativa” è il momento più significativo della progettazione d’istituto, in quanto lo studente e le sue qualità sono state poste a cardine del servizio. L’aver escluso tale funzione dal campo di lavoro Invalsi consegna all’istituto uno scenario frantumato e non unitario, inibendo l’assunzione di un’ottica sistemica. Una limitazione che rappresenta un impedimento al lavoro dell’istituto centrale: un’ampia gamma d’informazioni, essenziali per lo svolgimento del suo compito, è inaccessibile.
I traguardi educativi sono l’aspetto qualificante la vita e l’operatività delle singole scuole: la loro enunciazione, seguita dalla descrizione delle progressioni comportamentali che gli studenti sono chiamati ad esibire, è la piattaforma su cui si generano le ipotesi d’intervento.
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L’armonizzazione delle attività del sistema scolastico implica la valutazione della progettazione organizzativa d’istituto. La sua analisi fornisce le informazioni necessarie per diagnosticare l’origine d’eventuali dissonanze. La “verifica della qualità complessiva dell’offerta formativa” è una delega troppo generica per indurre l’Invalsi a farsi carico di una problematica tanto spinosa.
Lo scritto “Coraggio! Organizziamo le scuole”, visibile in rete, descrive il cambiamento che il passaggio dall’idea di scuola al concetto di “sistema educativo di formazione e istruzione” avrebbe dovuto innescare: aspetto essenziale per la valutazione della qualità del servizio.
Effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti
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L’art. 2 della legge 53/2003 stabilisce l’orientamento del sistema: “raggiungere elevati livelli culturali e sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche”.
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Capacità e competenze sono i fini dell’istituzione; le conoscenze e le abilità sono gli strumenti per il loro conseguimento. Quale possibilità di successo ha un ente che, per valutare la qualità del servizio, osserva gli strumenti e ne trascura le finalità?
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Le capacità sono il fondamento della progettualità educativa, l’aspetto rilevante del lavoro scolastico. La loro assenza nell’oggetto del mandato Invalsi depriva il termine “competenza” del suo significato vitale.
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Competenza è un termine non primitivo: le sue componenti elementari sono le capacità e le conoscenze o, in alternativa, le abilità e le conoscenze.
La prima associazione è quella indicata dal legislatore che ha espresso la finalità del servizio in termini di capacità:
Formazione = f(educazione)
Educazione = f(capacità)
Capacità = f(armonizzazione)
La seconda formulazione riguarda attività mirate al controllo dei risultati prodotti:
formazione = f(abilità,conoscenza)
La natura delle competenze certificate alla fine obbligo scolastico confermano l’anomalia dell’oggetto del mandato affidato all’Invalsi: i comportamenti dei giovani sono classificati a partire dalla mission della scuola.
Le capacità
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Leggere comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo;
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Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi;
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Utilizzare e produrre testi multimediali;
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Individuare le strategie appropriate per la soluzione dei problemi;
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Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle varie forme i concetti di sistema e di complessità sono state associate a un’area disciplinare al fine di esplicitare le competenze generali oggetto della valutazione.
In altri casi il documento prevede competenze specifiche: il campo di applicazione della capacità è ben delineato come per
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Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni;
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Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente.
Le capacità, enucleate dalle competenze, sono il faro di tutti gli insegnamenti: un altro fronte per il monitoraggio del sistema.
Gli aspetti costitutivi dell’Invalsi coprono solo una piccola parte della questione qui affrontata: la sollecitazione europea ha condizionato l’inquadramento del problema “valutazione della qualità del servizio” e ha condotto a una sua definizione inadeguata. Il breve periodo è l’ambito entro cui sono stati identificati i risultati attesi. Si tratta di una semplificazione che non fa i conti con le dinamiche scolastiche, i cui esiti sono visibili solo nel lungo andare: la bussola del sistema educativo punta alle capacità!
L’attività educativa è analoga a quella dei vivaisti che allevano piante d’alto fusto: soltanto a distanza d’anni si può constatare e apprezzare l’esito del lavoro fatto. Nel breve periodo il controllo focalizzerà esclusivamente la normalità dell’evoluzione, le pratiche d’allevamento, l’esposizione, i fattori accidentali, vale a dire aspetti procedurali e ambientali.
Si apre così uno scenario molto diverso da quello a cui la legge ha fatto riferimento quando ha costituito l’Invalsi. Tale visione, associata alle problematiche generate dal vorticoso cambiamento del mondo contemporaneo, rivelano le traiettorie rispetto a cui l’istituto, di concerto con gli organi ispettivi, dovrebbe concepire i suoi interventi.
L’importanza di un organismo che accompagni, sorregga e stimoli le singole scuole nella gestione del cambiamento appare in tutta evidenza se si considerano le scarne e inefficaci risposte che sono state elaborate per dar attuazione ai nuovi riferimenti e alle nuove modalità operative che la legge ha introdotto. Le scuole non hanno mostrato la forza di rinunciare alla sicurezza che l’insegnamento tradizionale dava loro, non hanno superato l’individualismo che impedisce l’identificazione e il perseguimento di obiettivi comuni, non hanno compreso che la progettualità è un potente agente di valorizzazione della professionalità docente.
Queste tematiche sono state l’oggetto degli scritti: “La scuola del XXI° secolo” – “La scuola rivedrà le stelle?”, visibili in rete.
Solo la dilatazione del campo temporale d’osservazione può consentire l’acquisizione delle informazioni necessarie al “miglioramento e all’armonizzazione della qualità del servizio” quali, ad esempio: cosa fanno gli studenti dopo cinque/dieci/quindici anni dalla fine dei loro studi? Quali sono state le situazioni che hanno contribuito alla loro crescita personale?