Il linguaggio muore sulla bocca della politica

WhatsApp
Telegram

Giulia Boffa – Giovanni Gasparini, docente di Sociologia (Università Cattolica di Milano) e scrittore, autore di oltre 40 volumi di sociologia e poesia,  ha pubblicato un articolo su "Affari Italiani" dal titolo "La politica sta uccidendo il linguaggio", in cui esamina il linguaggio politico di oggi attraverso esempi concreti di comunicazione politica. 

Giulia Boffa – Giovanni Gasparini, docente di Sociologia (Università Cattolica di Milano) e scrittore, autore di oltre 40 volumi di sociologia e poesia,  ha pubblicato un articolo su "Affari Italiani" dal titolo "La politica sta uccidendo il linguaggio", in cui esamina il linguaggio politico di oggi attraverso esempi concreti di comunicazione politica. 

Il professore afferma "Il problema che subisce oggi il linguaggio è l’uso improprio che ne viene fatto in ambito politico e mediatico, con una sua progressiva estremizzazione. Questo processo, per quanto a suo modo audace, nel tempo sortisce esiti sempre meno efficaci anche dal punto di vista di chi vi ricorre usando ad es. l’insulto e l’urlo (dove contano il tono della voce e la gestualità che accompagnano l’emissione verbale), il turpiloquio, la derisione beffarda."
 
 Continuando dice "Più il linguaggio si svilisce e si appiattisce in queste forme, meno esse diventano credibili, pur restando molto pericolose: infatti, come la moneta cattiva scaccia la buona, il cattivo linguaggio tende a eliminare quello corretto, quello che sa distinguere tra i diversi contesti espressivi, in primo luogo tra ambito pubblico e ambito privato, e che sa astenersi da formulazioni offensive."
 
Di questo riporta due esempi: "Primo: chiamare rispettivamente “stalinisti” e “nazisti” i giudici e i medici coinvolti in un processo che si sta svolgendo a Milano con imputato l’ex-premier e leader del Pdl corrisponde ad un uso improprio ed esasperato del linguaggio, qualunque sia l’opinione che un cittadino voglia nutrire nei confronti delle parti di un processo. Secondo: il leader del Movimento 5 Stelle ricorre a nomignoli beffardi nei confronti degli avversari, come Rigor Mortis (Monti), Gargamella (Bersani), pidimenoelle (PD) ecc. Se tali avversari dovessero rispondergli “per le rime”, potrebbero ad esempio rispolverare uno dei primi capitoli di Pinocchio e chiamarlo “Grillaccio del malaugurio”; mi risulta che fortunatamente questo non sia avvenuto."
 
Poi accenna ad un altro pericolo, dice il professore: "E’ quello che riguarda la non-comunicazione. Parecchi osservatori hanno notato che il rifiuto del mezzo televisivo è stata la mossa vincente in termini di comunicazione del duo Grillo-Casaleggio. In questi giorni convulsi dopo le elezioni, in cui si susseguono invocazioni, petizioni e interventi accorati rivolti al leader del Movimento 5 Stelle perché sostenga un governo con il Pd o almeno dialoghi con esso, la risposta finora è stata – mi sembra – una non-risposta o una chiusura a priori. Analogamente, i neo-eletti grillini sono compatti nell’adottare pratiche di riduzione ai termini minimi della comunicazione nei confronti delle altre forze politiche."
 
Gasparini offre poi una definizione della parola "inciucio" e del suo uso:"Lo esprime bene il termine “inciucio”, sconosciuto nella lingua italiana fino a una decina di anni fa (figura nel Supplemento 2004 del Grande Dizionario Battaglia della Lingua Italiana). Ogni forma di dialogo e di contatto con gli avversari viene bollata fobicamente come inciucio, quasi si trattasse di tenere a bada con tale termine una contaminazione ritenuta intollerabile da parte di chi vorrebbe mantenere una verginità assoluta. Questo però, purtroppo, impedisce di utilizzare il linguaggio come l’istituzione che ha il compito di mettere in relazione individui e gruppi diversi, e in ultima analisi di stabilire aspetti e forme basilari della convivenza. Mi permetto di ipotizzare (in compagnia di molti altri) che tanti elettori grillini abbiano votato il Movimento 5 Stelle non per esorcizzare e bloccare il dialogo ma per contribuire a una rigenerazione profondamente innovativa delle istituzioni, a partire dalla politica."
 
link all’articolo

WhatsApp
Telegram

Studenti stranieri, integrazione e inclusione, FORMAZIONE OBBLIGATORIA: Metodologie, Italiano L2, unità di apprendimento pronte, tic e valutazioni. 25 ore di certificazione