L’inglese è la lingua straniera più studiata in Italia e in Europa alla primaria e alla secondaria: rapporto Eurydice

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La lingua che si parla in un determinato paese fa parte della cultura e, in quanto tale, contribuisce pienamente alla costruzione dell’identità personale e collettiva. Le lingue sono strumenti sofisticati che consentono agli esseri umani di impegnarsi in relazioni significative e di rapportarsi con il mondo in generale. E’ il tema affrontato nel rapporto Eurydice Key Data on Teaching Languages at School in Europe – 2023 Edition.

Il rapporto comprende 51 indicatori che vertono su tanti temi, ad esempio:

  • l’offerta di lingue (straniere) nel curriculum;
  • il numero e la gamma di lingue studiate dagli studenti;
  • il tempo dedicato all’insegnamento delle lingue straniere;
  • i livelli di risultati attesi per la prima e la seconda lingua straniera;
  • il sostegno linguistico per gli studenti immigrati nuovi arrivati e l’insegnamento delle lingue parlate a casa;
  • i profili e le qualifiche degli insegnanti di lingue straniere;
  • la mobilità transnazionale degli insegnanti di lingue straniere.

Rispetto a quasi due decenni fa – si legge -, gli alunni della scuola primaria in Europa iniziano a studiare almeno una lingua straniera sempre più precocemente, come il caso dell’Italia in cui l’insegnamento della lingua inglese inizia già al primo anno della scuola primaria, ossia a 6 anni di età.

Lo studio di una seconda lingua straniera avviene solitamente dalla secondaria. Dal rapporto emerge che in Europa il 59,2% degli studenti di questo livello studia due o più lingue straniere. In 12 sistemi d’istruzione, compreso quello italiano, la percentuale arriva a più del 90%.

In quasi tutti i Paesi europei, l’inglese è la lingua straniera più studiata durante l’istruzione primaria e secondaria. In 11 paesi (Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Malta, Austria, Polonia, Svezia, Liechtenstein e Macedonia del Nord), addirittura oltre il 90% degli alunni studia l’inglese.

Il rapporto

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