L’influencer con disturbi dell’apprendimento: “A scuola mi sentivo inadatta. Salvata dallo sportello psicologico”

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“Ho iniziato ad andare in terapia a scuola. Anche perché era un modo per perdere un’ora di lezione”. Sono le parole dell’influencer Gaia Clerici, che a L’Espresso racconta dei suoi problemi avuti con la scuola e il ruolo dello sportello psicologico.

Dal primo giorno in cui ho avuto accesso allo sportello psicologico -racconta -, però, non ho più smesso di andarci. ‘Per favore posso venire in tutte le ore in cui c’è lei?’ ho chiesto al professionista che aveva iniziato a seguirmi. Per me è stato di grande aiuto, tanto che poi ho continuato il percorso psicologico anche fuori dalla scuola“.

Alla base di tali disagi per Clerici c’erano problemi legati ai disturbi dell’apprendimento: “tramite i test ho scoperto di essere disgrafica, dislessica, discalculea, disortografica. Ma gli istituti che ho frequentato non mi hanno supportato, molti non sono pronti a offrire metodi d’insegnamento efficaci per studenti come me. Così il primo anno sono stata bocciata. E sono arrivata al quarto stremata, non trovavo più la forza neppure per fare amicizia con i compagni di classe. In quel momento ho detto “basta” e ho lasciato“.

La giovane influencer ha poi preso il diploma seguendo il corso serale, ha raccontato a L’Espresso.

Da questa storia emergono 2 elementi in particolare: il primo è il ruolo importante che lo psicologo ha avuto nei momenti difficili. Lo sportello psicologico di supporto per gli studenti.

Proprio a tal proposito, è di questi giorni il dibattito innescato a partire dall’istituzione del docente tutor. L’Ordine degli psicologi contesta il piano di formazione destinato al docente tutor preannunciato dal Ministro Valditara. Un piano che allontana la figura dello psicologo scolastico, come più volte richiesto, anche dalle forze politiche.

Davvero secondo il ministro sono sufficienti venti ore di formazione aggiuntive per i docenti, con qualche ora di psicologia, per sostituirsi ai professionisti di cui necessitano le nostre ragazze e i nostri ragazzi nelle scuole?“, prosegue l’Ordine degli psicologi.

Tutto il mondo della scuola chiede da tempo una presenza qualificata di psicologi per la promozione delle risorse dei ragazzi, per l’ascolto e la prevenzione, per supportare il personale scolastico. Ieri l’Istituto Superiore della Sanità ci ha detto che un adolescente su due è a rischio: cosa si vuole aspettare?”, conclude.

L’altro aspetto da sottolineare è quello legato alle difficoltà che spesso gli studenti incontrano in presenza di disturbi specifici dell’apprendimento.

Recentemente abbiamo intervistato Giacomo Stella, già Professore ordinario di Psicologia Clinica al dipartimento di Educazione e Scienze Umane presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, fondatore dell’Associazione Italiana Dislessia, che ha detto sull’argomento: “Il consiglio che mi senti di dare agli insegnanti è quello di dare un credito di fiducia. Non abbiate paure che i ragazzi vi freghino quando date le mappe concettuali. Non abbiate paura di dare fiducia e di promuovere modi diversi di apprendere. Date un credito di fiducia e loro vi saranno riconoscenti. È un modo diverso di far scuola dove a prevalere è la cooperazione e il lavoro in gruppo che vanno incentivati”.

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