L’inflazione si mangia gli stipendi: i docenti fra le categorie più penalizzate

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Gli insegnanti sono fra le categorie più penalizzate dall’inflazione. Per questo motivo si dovrebbe puntare ad un rinnovo contrattuale da chiudere il prima possibile.

In generale, spiega Il Corriere della Sera, rispetto all’anno scorso a parità di stipendio si compra l’8% di merce in meno.

Tra i lavoratori più penalizzati dal caro prezzi ci sono gli operai con un danno, in termini di potere di acquisto, che nel 2021 è arrivato fino a 1.250 euro.

Ma fra le categorie più colpite dall’inflazione c’è anche quella degli insegnanti: per fare un esempio lo stipendio di un insegnante delle superiori a inizio carriera si aggira attorno ai 1.350 euro netti. Stesso discorso per un docente delle medie. Gli insegnanti della scuola dell’infanzia e delle elementari invece, a inizio carriera, superano di poco i 1.250 euro (1.262 euro circa).

“L’inflazione ormai sopra l’8%, da sommare a quella degli ultimi anni, sta impoverendo come non mai un milione e mezzo di docenti e Ata della scuola”, denuncia Anief, per bocca del presidente Marcello Pacifico.

“Nella scuola abbiamo questa opportunità: firmando subito il contratto ponte faremmo avere in media oltre 100 euro lordi di aumento, pari a 65-70 netti, più 2-3mila euro di arretrati. Solo l’incremento mensile, anche se non eccelso, andrebbe comunque a coprire una parte di quei soldi”, ha ricordato Marcello Pacifico.

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