L’importanza delle differenze nella costruzione dell’identità adolescenziale
Crescere non è mai stato facile, ma nell’era digitale e post-pandemica, gli adolescenti si trovano ad affrontare sfide uniche. Barbara Baffetti, pedagogista di lunga esperienza, ci offre uno sguardo illuminante su questo mondo in fermento nel suo nuovo libro “Educare alla differenza”.
Immaginate di essere un adolescente oggi. Siete circondati da messaggi che vi dicono “puoi essere ciò che vuoi”, ma come orientarsi in questo mare di possibilità? È qui che entra in gioco l’importanza delle differenze. Baffetti ci spiega che per costruire la propria identità, un giovane ha bisogno di incontrare il “diverso”, di sperimentare la reciprocità del “tu” e di immergersi nel “noi” delle relazioni sociali.
Ma c’è un ostacolo inaspettato in questo percorso: la percezione che molti ragazzi hanno della fragilità dei propri genitori. “Non lo dico ai miei perché non voglio farli preoccupare” è una frase che Baffetti sente spesso. Che strano capovolgimento rispetto al passato, quando si taceva per evitare punizioni! Oggi, invece, molti adolescenti si trovano a dover gestire non solo le proprie emozioni, ma anche quelle dei loro genitori iperprotettivi.
E come se non bastasse, c’è la questione del corpo. Nell’era dei social media e dei filtri fotografici, molti giovani vivono una sorta di “dissociazione” tra il loro corpo fisico e la loro identità digitale. Il corpo diventa uno strumento, qualcosa da modificare e perfezionare, piuttosto che una parte integrante del sé. Questo può portare a conseguenze serie, come la difficoltà nel rispettare i confini corporei altrui o nell’accettare un “no” in una relazione.
Parlando d’amore, Baffetti ci rivela un dettaglio toccante: molti ragazzi desiderano profondamente un amore “bello e speciale”, ma faticano ad accettare la fine di una relazione, come se non avessero mai contemplato questa possibilità. In un mondo che ci vuole efficienti in tutto, anche le relazioni diventano un campo in cui non è ammesso fallire.
E cosa dire dell’orientamento sessuale? Nonostante l’apparente apertura della società, Baffetti ci ricorda che per molti adolescenti questo rimane un tema complesso e delicato. Ci racconta di una ragazza che, confidandole il suo amore per un’altra ragazza, le chiede: “La mia vita vale lo stesso qualcosa?”. Un monito per noi adulti a non ridurre l’identità di un giovane a un singolo aspetto, per quanto importante possa essere.
Allora, cosa possiamo fare noi adulti? Baffetti ci invita a diventare “adulti-fiaccola”, capaci di illuminare il cammino dei giovani senza imporre il nostro passo. Ci esorta ad ascoltare di più, a uscire dall’isolamento educativo, a cercare prospettive diverse sui nostri ragazzi.
In fondo, educare alla differenza significa anche educare noi stessi ad accogliere la diversità, la complessità e l’imprevedibilità dell’adolescenza. Significa imparare a stare accanto ai nostri giovani mentre affrontano le tempeste emotive della crescita, pronti ad ascoltare, a sostenere, ma anche a farci da parte quando necessario.
Il viaggio dell’adolescenza è impegnativo, ma anche ricco di scoperte e possibilità. Con il giusto supporto, i nostri ragazzi possono navigare queste acque turbolente e emergere come adulti consapevoli, capaci di amare se stessi e gli altri in tutta la loro meravigliosa complessità.