L’importanza dei Consigli Comunali dei Ragazzi: una scuola di Cittadinanza Attiva

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inviato da Filippo Tomasello L’educazione civica rappresenta il cuore pulsante della formazione del cittadino consapevole e attivo. In un momento storico in cui il senso di appartenenza alla comunità e la partecipazione democratica sono messi a dura prova, i Consigli Comunali dei Ragazzi si configurano come uno strumento educativo fondamentale. In qualità di presidente della sezione UCIIM di Varese e insegnante appassionato di educazione civica, ritengo essenziale promuovere e incentivare questa esperienza nelle scuole.

Un po’ di storia

Il primo Consiglio Comunale dei Ragazzi nasce a Schiltigheim, cittadina nei pressi di Strasburgo, nel 1977. In Italia, questa iniziativa prende piede nei primi anni ’90 a Morrovalle, nelle Marche, per poi diffondersi progressivamente in diverse regioni. La vera paternità di questa pratica, intesa come esperienza strutturata di educazione civica, può essere attribuita al preside Giuseppe Adernò, che a Catania ha promosso e consolidato il progetto, fino a scrivere un manuale intitolato La scuola piccola città.

I CCdR: educazione civica in azione

Consigli Comunali dei Ragazzi rappresentano la forma più autentica e pratica di educazione civica. Grazie a questa esperienza, gli alunni possono non solo conoscere il funzionamento di un Comune, ma soprattutto sperimentare la democrazia attiva. Partecipando direttamente all’amministrazione simbolica della propria comunità scolastica o territoriale, i giovani imparano a prendere decisioni, confrontarsi con le istituzioni, proporre idee e progetti concreti.

L’approccio laboratoriale è il vero valore aggiunto: il learning by doing consente ai ragazzi di imparare facendo, rafforzando competenze trasversali come il problem solving, la comunicazione e il senso di responsabilità.

La diffusione in Italia

Oggi, grazie all’instancabile lavoro del preside Adernò, i CCdR si sono diffusi in tutte le regioni italiane. In molti comuni esistono ormai dei baby consigli, veri e propri organi consultivi giovanili che permettono agli studenti di avvicinarsi alla vita amministrativa e politica in modo concreto. Una prassi ormai consolidata è quella di organizzare raduni nazionali e incontri di condivisione, dove i ragazzi possono scambiarsi esperienze e buone pratiche.

Un riconoscimento legislativo ancora troppo limitato

Nonostante il valore educativo di questi progetti, a livello legislativo l’educazione civica continua a essere riconosciuta con un numero di ore insufficiente. Sarebbe auspicabile un intervento che formalizzi l’inserimento dei CCdR come attività strutturata e riconosciuta nei programmi scolastici, garantendo ore dedicate alla formazione civica e alla partecipazione attiva degli studenti.

La nostra Nazione ha bisogno di avvicinare i giovani alla vita democratica, insegnando loro fin da piccoli l’importanza del voto, della partecipazione e della valorizzazione del proprio territorio. In un’epoca in cui il distacco tra cittadino e istituzioni è sempre più marcato, questa esperienza può fare la differenza.

L’esperienza della Lombardia e la nascita della rete provinciale di Varese

Un esempio virtuoso è quello della Lombardia, dove l’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese, sotto la guida del dirigente prof. Giuseppe Carcano, ha promosso la Rete Interistituzionale provinciale dei Consigli Comunali dei Ragazzi. In pochi mesi, molti Comuni hanno aderito con entusiasmo e le iniziative legate all’educazione civica hanno coinvolto attivamente gli studenti, generando un impatto positivo sull’intera comunità scolastica. Questo modello potrebbe essere replicato su scala nazionale per garantire a tutti gli studenti un’opportunità formativa così significativa.

L’importanza del ruolo degli insegnanti

Affinché i CCdR possano crescere e consolidarsi, è fondamentale il ruolo degli insegnanti. Stimolare e guidare i ragazzi nel loro percorso di partecipazione democratica significa aiutarli a comprendere il valore del bene comune e il significato della cittadinanza attiva. In questo contesto, le linee guida sull’educazione civica forniscono un orientamento prezioso, ma è altrettanto essenziale trasmettere passione ed entusiasmo.

Spesso diciamo ai ragazzi che sono il futuro, ma sarebbe più corretto ricordare loro che sono il presente e che devono mettersi in gioco oggi per costruire la comunità di domani. Solo così potremo formare cittadini consapevoli, pronti a contribuire al miglioramento della società con impegno e responsabilità.

I Consigli Comunali dei Ragazzi rappresentano una palestra di democrazia, un luogo in cui gli studenti imparano ad essere cittadini attivi, rispettosi delle regole e capaci di contribuire al bene comune. È nostro dovere, come educatori e membri della comunità scolastica, promuovere queste esperienze e farle diventare parte integrante della formazione di ogni giovane.

Auspico che questo articolo possa essere uno stimolo per molti insegnanti ad attivarsi, a coinvolgere le amministrazioni locali e a far crescere sempre di più le baby giunte dei ragazzi. L’educazione civica non deve essere vista come un semplice insegnamento, ma come un’esperienza di vita, capace di lasciare un segno indelebile nel percorso di crescita di ogni studente.

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