L’immissione in ruolo per 150mila precari della scuola è un diritto, non un regalo!

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L'Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego – Scuola (USB) spiega come le assunzioni dei 150mila precari della scuola avranno una contropartita molto pesante e non vanno intese come "regalo del Governo Renzi" ma diritto che da qui a poco potrebbe imporci la Corte Europea.

L'Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego – Scuola (USB) spiega come le assunzioni dei 150mila precari della scuola avranno una contropartita molto pesante e non vanno intese come "regalo del Governo Renzi" ma diritto che da qui a poco potrebbe imporci la Corte Europea.

Qualora le 150.000 immissioni in ruolo sbandierate dal governo si rivelassero reali – afferma l'USB – si tratterebbe semplicemente di una scelta obbligata, non del progetto lungimirante di una nuova stirpe di politici illuminati.

Negare le immissioni in ruolo comporterebbe per l'Italia, in caso di sentenza europea favorevole ai precari, il pagamento di una multa pesantissima. Con le immissioni in ruolo di serie B previste dal programma denominato "La buona scuola" il governo Renzi otterrebbe il doppio risultato di evitare le sanzioni europee e tenere a bada in vista del rinnovo del contratto CGIL, CISL UIL, GILDA e SNALS.

Questi ultimi, secondo il sindacato USB, si sono finora si sono limitati a vaghe dichiarazioni generiche e inutili raccolte di firme che denotano solo scarsa determinazione nel contrastare i piani del governo.

  • Abolizione degli scatti di anzianità.
  • Mobilità coatta su tutto il territorio nazionale e tra diverse classi di concorso.
  • Progressioni di carriera legate al merito, cioè all'arbitrio dei presidi-manager.

è la contropartita che il governo chiederà ai lavoratori in cambio dell'innegabile diritto alla stabilizzazione

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