Licenziata dopo 7 anni di ruolo: “Andrò a fare le stagioni per i miei tre figli. Non si può fare fuori così chi ha servito la scuola per anni” INTERVISTA

Marica Damonte, 43 anni, diplomata magistrale nel 1997, più di 18 anni di insegnamento nella scuola primaria. Un decreto stravolge la sua vita e quella dei suoi figli: il contratto a tempo indeterminato viene interrotto, per lei supplenza al 30 giugno, almeno per questo anno scolastico, dal prossimo non si sa.
“Io e altre colleghe siamo entrate a pieno titolo da GaE, con la riserva, con diploma magistrale ante 2001, prima dell’introduzione del corso di laurea – ci spiega la docente – Ci hanno immesso in ruolo e poi è arrivato il decreto con cui il contratto veniva cambiato da indeterminato a determinato al 30 giugno, neanche al 31 agosto”.
Quando lo ha saputo?
La sentenza è di giugno dell’anno scorso, me ne sono accorta confrontandomi con l’avvocato, ma ce l’hanno notificata soltanto una settimana fa. Non ci hanno dato nemmeno la possibilità di entrare nelle GPS. Adesso bisogna capire perché l’Amministrazione ci ha messo così tanto a notificare la sentenza a noi. E’ un danno grosso perché siamo fuori da tutto: per il prossimo anno si parla addirittura di MAD, capisce che dopo 22 anni di insegnamento passare forse dalle MAD non è semplice da accettare? Ci sono geometri che insegnano alla primaria e poi fanno fuori chi ha servito la scuola per oltre 20 anni.
Com’è entrata in ruolo?
Da graduatoria ad esaurimento, ero la prima nella provincia di Savona. Proprio per il punteggio altissimo non mi sono mai iscritta all’università. Poi sono entrate persone con molto meno punteggio. La questione è sempre la stessa: una guerra tra poveri.
In che anno ha iniziato a insegnare?
Ho cominciato nel 2004 e fino al 2015 ero precaria. Dal 2015 a settimana scorsa a tempo indeterminato. Adesso son tornata come i primi anni: precaria, se sono in malattia mi decurtano 50% dello stipendio, non ho diritto a niente e questa estate dovrò accedere alla Naspi. Ho anche chiesto la cessione del quinto e me l’hanno data perché ero di ruolo. Come la mettiamo adesso?
Perché pensa alle MAD per il prossimo anno?
Se l’Amministrazione non fa un decreto ad hoc per farci rientrare sì. Ma io andrò a pulire i bagni, mi perdoni, non è accettabile tutto questo. Abbiamo dentro tutte queste nuove leve di laureati e va benissimo, ci mancherebbe, però non puoi dare un calcio a chi ti ha tenuto insieme la scuola fino all’altro giorno.
Abbiamo anche superato l’anno di prova, che ha un peso specifico non da poco. Ci dovrebbe essere un escamotage per farci immettere in GPS con il nostro punteggio e quindi essere tra le prime comunque in graduatoria.
Cosa pensa di fare se ciò non dovesse accadere?
La cosa grave è che avrò anche delle pendenze a questo punto, perché la cessione del quinto come si risolve? Sono preoccupata, non so come farò questa estate, ho tre figli e sono praticamente sola. Se mi dicono che l’anno prossimo posso mandare le MAD, vado a fare la stagione da qualche parte, qualunque cosa pur di lavorare, non posso permettermi di stare così, non ho alternative. E’ una cosa fantozziana.
“Va fatta giustizia. Non ci sono ragioni valide per il licenziamento di migliaia di docenti. Ora chiediamo l’approvazione di un emendamento specifico che confermi almeno i ruoli e reintegri chi ha superato l’anno di prova”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.