“Licenziare i cattivi insegnanti. Sono malpagati? Vadano in un’industria dove gli operai lavorano anche se pagati poco”. L’affondo di Galimberti

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“Sono per la scuola pubblica purché si possano licenziare gli insegnanti cattivi”. E se i professori lamentano di esser poco pagati? “Andate in un’industria dove gli operai lavorano, anche se pagati poco, ma lavorano. Introduciamo il licenziamento dei cattivi insegnanti, o gli studenti più fortunati andranno all’estero, mentre i peggiori resteranno qui, a prendere il reddito di cittadinanza”.

Parole pesanti del filosofo Umberto Galimberti questa mattina a Modena, e presentando la sua lezione al Festival filosofia, lancia, ancora una volta, accuse severe al sistema scolastico italiano.

La scuola oggi al massimo istruisce, ma non educa a sentimenti e emozioni. E “fuori i genitori che fanno i sindacalisti dei figli, preoccupati solo della promozione”, aggiunge Galimberti, non nuovo a critiche nei confronti dell’attuale sistema scuola.

Sulle discipline STEMM, dichiara alla Dire: “La scuola dalle elementari ai 18 anni deve essere di formazione, le competenze le impari dopo all’Università, come anche la scuola lavoro e poi si vede i disastri che succedono”, riferendosi alla morte del 18enne in fabbrica durante lo stage.

Come diceva Platone si apre prima il cuore e poi la mente, ma questo non si fa e la scuola sospende i bulli invece di tenerli a scuola il doppio del tempo”, prosegue.

La letteratura ci insegna cosa sia il dolore, l’ angoscia…e invece abbiamo riempito le scuole di computer”, incalza e sostiene che in questa lacuna di educazione emotiva gli studenti hanno perso la differenza tra corteggiare e molestare, insultare e prendere a calci un professore.

Quelli cattivi che demotivano nel nostro sistema non è previsto si licenzino, l’ Italia ha sempre pensato la scuola come un posto di lavoro per gli insegnanti e invece si deve misurare empatia”.

Sulla didattica a distanza? “Emozioni zero– risponde in sala stampa- le hai se guardi in faccia” le persone.

 

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