Licei quadriennali, panacea per tutti i mali? Lettera

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Inviato da Antonio Deiara – Quando alcuni leader mondiali decisero di cancellare il dittatore Saddam dalla faccia della terra, lo accusarono (falsamente) di nascondere terribili “armi di distruzione di massa”.

Per cancellare un’altra fetta di Scuola Pubblica, si utilizzano spudoratamente “armi di distrazione di massa”.

Parliamo dei Licei quadriennali, presentati come panacea per tutti i mali del mondo dell’istruzione. “A pensar male…”, diceva Giulio Andreotti. Esaminiamo i fatti: la “Buona Scuola” è miseramente fallita, lasciando uno strascico di ostilità docente, veleni algoritmici e cause giudiziarie; il nuovo contratto del personale docente e ATA deve essere firmato, lo ha stabilito la Corte Costituzionale; siamo alla vigilia del più grande esodo di massa di neopensionati delle scuole di ogni ordine e grado (trecentocinquantamila unità?), e lo dico dall’osservatorio privilegiato del più giovane dei professori anziani. E allora, paulo maiora canamus (parliamo di cose più importanti), altro che il taumaturgico Liceo quadriennale.

Le quattro “problematiche di massa” da affrontare per migliorare la Scuola della Repubblica Italiana sono le stesse dal 1994, anno della prima “riforma” sbagliata: drastica riduzione del numero di alunni per classe, nuova definizione della funzione docente in termini di orario di servizio-ferie-retribuzioni, inserimento dei docenti abilitati non solo in lingue straniere ma anche in educazione fisica, musica, arte, informatica, etc. alle Elementari, nuovo reclutamento degli Ata. Si continua a procedere con il metodo dell’ hic et nunc (qui ed ora): dall’abolizione degli esami di riparazione, perché porta voti elettorali, al massiccio aumento del numero degli alunni nelle classi-pollaio e alla drastica riduzione del monte-ore di lezione, perchè consentono 20 miliardi di euro di “risparmio” da utilizzare per finalità più “nobili”, quali il salvataggio delle banche, dallo sdoganamento dello smartphone “didattico”, che fa figo, alla santificazione della sesta ora di lezione, mentre chiunque sappia di scuola teme il crollo a picco della curva dell’attenzione da parte degli alunni già alla quarta e/o quinta ora.

La Scuola è paragonabile ad un puzzle molto complicato, e tentare di inserire più tasselli sbagliati forzando la mano perché “forse ci sta” produce la distruzione del disegno. Esiste uno strumento formidabile in mano al Ministero: la mail istituzionale @istruzione.it che tutti i settecentomila docenti d’Italia utilizzano. Si ascoltino le donne e gli uomini di Scuola, si lancino proposte ardite come l’orario d’ufficio facoltativo per i professori e, soprattutto, si predisponga un nuovo patto formativo con i genitori, quello fondato sul rispetto dell’istituzione scolastica.

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