Lezioni in presenza per studenti con BES e DSA: qual è l’obiettivo pedagogico? Lettera
inviata da Carlo Colosimo – Premesso che sono stato favorevole, fin dall’inizio della attivazione della DAD, alla possibilità di erogare didattica in presenza per i soggetti in condizioni di difficoltà, devo però rilevare che troppo spesso la presenza di quegli studenti in classe non è stata affiancata da altrettanta presenza di altri alunni della medesima classe, non necessitanti della medesima attenzione.
Ciò ha di fatto creato un più incisivo isolamento dei soggetti fragili, facendo passi indietro sino al tempo delle classi differenziali. Ora, in tempo di pandemia, non è possibile obbligare parte della classe a didattica in presenza, sia pure a rotazione, per evitare tale isolamento.
Pedagogicamente mi pare che erogare didattica in presenza per i soggetti fragili rischi di diventare non un beneficio, ma piuttosto una ulteriore e più grave forma di distinzione tra gli studenti, in pratica un isolamento assai più grave che in tempi ordinari, dato che oggi quei soggetti corrono il rischio di sentirsi più esposti al rischio contagio rispetto ai loro compagni, quasi come se fosse meno importante la tutela della loro salute.