Lezione frontale, si o no? Esplode il dibattito: “Se c’è un bravo insegnante è appassionante”. “Si, ma bisogna andare oltre e porre l’attenzione sulle necessità dello studente”
Ciclicamente si presenta come un tema caldo che appassiona gli insegnanti. Quello della lezione frontale, infatti, resta uno scenario aperto che raccoglie sempre consensi o contrasti, a volte netti.
“Ai ragazzi interessa avere una lezione coinvolgente, un docente che sviluppi empatia e che permetta a tutti gli studenti di sentirsi partecipi di un progetto educativo“, ha detto ad Orizzonte Scuola Dianora Bardi, presidente di Impara Digitale.
“La lezione frontale vuol dire spiegare un argomento, approfondire dei temi, ma questo chi lo può mai negare, è necessario. Si parla piuttosto di metodologie didattiche. Ci sono momenti in cui il docente, durante la lezione, si toglie dalla cattedra e si mette di fianco ai ragazzi“, prosegue.
Il dibattito ha raccolto nel tempo anche pareri “illustri”, ovvero di personaggi della cultura non direttamente legati alla scuola.
Secondo Piero Angela, “la scuola italiana deve cambiare, i professori devono diventare dei registi che vanno oltre la lezione frontale e portano il mondo in classe, sfruttando le nuove tecnologie”.
La pensa diversamente il filosofo Umberto Galimberti: “La lezione frontale, che molti pedagogisti vorrebbero abolire, è invece essenziale. Disporre ad esempio gli studenti in circolo con il professore che gira in mezzo a loro, come suggeriscono certe proposte, crea un rapporto di familiarità che diminuisce l’autorità dell’insegnante, di cui i ragazzi, anche se non sembra, hanno un estremo bisogno e di cui sono alla ricerca”.
Il dibattito sui social
Sui social il tema si è scatenato in seguito all’articolo pubblicato dalla nostra testata dedicata alle difficoltà in matematica da parte dei nostri studenti.
Ne riportiamo di seguito alcuni:
“Scusate ma quando i nostri alunni andranno in un ufficio o in banca l’impiegato per farsi capire gli deve fare un power point o una mappa concettuale ? Abituiamoli alla vita“;
“Non si può neanche rimanere a fare i monologhi e non saper mettere un dito su una tastiera!“;
“I miei alunni espongono sia tradizionalmente facendo riferimento ai testi che attraverso presentazioni in PowerPoint da loro realizzate tramite SmartTV che abbiamo in classe! Il lavoro è svolto sia in classe con il mio aiuto che a casa da soli ….poi l’aiuto non serve più e diventano AUTONOMI“;
“Secondo me non c’è niente di sbagliato nella didattica frontale… se si raggiungono gli obiettivi ritenuti importanti per i ragazzi“;
“superare la lezione frontale significa porre l’attenzione sullo studente, guidandolo verso lo sviluppo di competenze, spendibili nella vita concreta quindi anche nel mondo del lavoro. Parlare solo di mappe concettuali e di power point sarebbe riduttivo”.
“Non è vero che le lezioni frontali sono noiose, si ha la possibilità di dialogare e di guardare negli occhi i propri interlocutori. Smettetela…è l’unica soluzione per salvare le future generazioni“.
“Non è la didattica frontale che non appassiona bensì la modalità e la finalità con le quali viene proposta.Tutti gli strumenti didattici funzionano se sono supportati da una efficace relazione educativa“;
“Se c’è un bravo insegnante la didattica frontale è appassionante”
“Secondo me non bisogna del tutto demonizzare la lezione frontale perché è molto utile nella fase introduttiva di una unità didattica… Certamente, però, non può essere l’unica strategia da utilizzare, perché non rispetta tutti gli stili di apprendimento degli allievi“;
“L’imposizione e la passione non credo che vadano molto d’accordo, dobbiamo poi anche tenere presente che da giovani le esperienze di vita assorbono gran parte del tempo e dei pensieri“;
“I ragazzi hanno bisogno di parlare ed avere un interlocutore che sia un vero maestro di vita e poi di didattica, senza empatia non insegni un bel niente“;