Lettera in risposta a Renzi: Non ho mai desiderato lavorare lontano dalla mia famiglia e dalla mia Terra

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 Lettera in risposta alla missiva di Matteo Renzi da parte di una docente.

 Lettera in risposta alla missiva di Matteo Renzi da parte di una docente.
Lettera ai docenti di Matteo Renzi

Gentile Professoressa, gentile Professore,

La ringrazio per aver accettato la proposta che il Ministero Le ha formulato ieri.

Benvenuta nella comunità delle donne e degli uomini che lavorano a tempo indeterminato per lo Stato.

Le faccio i migliori auguri, a nome mio personale e a nome di tutto il Governo.

Per anni le Istituzioni hanno permesso che si creasse un ingiustificato e odioso precariato tra i docenti. Conosco bene la rabbia e la frustrazione che tutto ciò ha provocato in molti suoi colleghi. Non poter assicurare continuità educativa ai ragazzi, dover cambiare istituto ogni anno senza una progettualità, ricevere la lettera di licenziamento alla fine dell'anno scolastico anziché gli auguri di buone vacanze. Essere considerati pacchi postali da spedire in varie zone della provincia e attendere le convocazioni di fine agosto come un rito umiliante e angoscioso. So quanto per molti di voi tutto ciò sia stato vissuto come una profonda ingiustizia: impossibile del resto apprezzare uno Stato che rende precario il lavoro più importante, quello di insegnante.

Le cose sono cambiate. Con la Buona Scuola abbiamo innanzitutto messo più soldi nell'educazione, più soldi per i professori, più professori per i nostri figli contro l'insopportabile filosofia delle classi pollaio. E con la Buona Scuola abbiamo anche messo la parola fine al modo scandaloso con cui vi hanno trattato in questi anni. Vorrei essere chiaro: abbiamo solo fatto il nostro dovere, niente di più. Lo Stato infatti aveva formato Lei e i suoi colleghi per diventare professori. Vi aveva attribuito il diritto di diventarlo. E poi vi ha lasciato per anni nel limbo. Non abbiamo fatto niente di speciale, solo il nostro dovere. Ma ci abbiamo messo passione, impegno, determinazione. Senza la Buona Scuola gli insegnanti sarebbero restati per anni, qualcuno per più di un decennio, precari, ostaggi di convocazioni, graduatorie, punti da conquistare con discutibili procedure.

Ci siamo presi critiche, insulti, offese, ma adesso ci siamo. Ci hanno chiesto di fermarci, raccontando tante falsità come quella di chi diceva che le assunzioni ci sarebbero state comunque in nome di una presunta sentenza europea. Non è così, naturalmente. Se avessimo bloccato il cammino della Buona Scuola oggi saremmo tornati all'anno zero. Abbiamo fatto tesoro delle tante critiche ricevute, ma abbiamo mantenuto la parola data: Lei adesso è a tutti gli effetti un insegnante a tempo indeterminato. È finalmente “entrato di ruolo”. Auguri!

Spero che possa festeggiare con la Sua famiglia, con i Suoi cari, con i Suoi amici. Brindo metaforicamente al Suo lavoro. E mi permetto di chiederLe una cosa.

Il Suo lavoro è persino più importante del mio. Lei si occupa di educazione e non c'è priorità più grande per l'Italia dei prossimi anni. Lei lavorerà nella scuola più tempo di quanto io starò al Governo. Lei ha la possibilità di tutti i giorni di valorizzare i sogni e le passioni dei nostri ragazzi che sono il bene più prezioso che abbiamo. La prego, dal profondo del cuore: non ceda mai al vittimismo, alla rassegnazione, alla stanchezza. Sia sempre capace di affascinare i suoi studenti, di spronarli a dare il meglio, di invitarli a non cedere al cinismo e alla meschinità.

Lei ha studiato, ha sicuramente un'ottima preparazione, conosce bene la materia che insegna. E noi siamo orgogliosi della scuola italiana che con tutti i suoi limiti ha punti di forza straordinari. Abbiamo bisogno che indipendentemente dalle differenze religiose, politiche, culturali, civili, economiche la scuola dia ai nostri ragazzi l'opportunità di credere nei loro mezzi. Di valorizzare i propri talenti. La scuola è la più grande opportunità per dare a tutti – nessuno escluso – la possibilità di trovare la propria strada per la felicità. Lei ha una responsabilità meravigliosa e difficilissima, non si stanchi mai di crederci, anche quando Le sembrerà difficilissimo. L'Italia di domani sarà come la faranno i professori di oggi.

Noi faremo di tutto per aiutare questo lavoro, cercando di fare sempre di più per la scuola di questo affascinante e struggente Paese.

Il mio saluto più cordiale, congratulazioni e buon lavoro.

Matteo Renzi

 

Risposta alla lettera

Egregio Sig. Presidente del Consiglio, 
rileggendo questa lettera mi sembra strano che sia stata indirizzata dalla stessa persona che oggi ha predisposto di deportarmi in un' altra regione. Non voglio addossarle la colpa di un algoritmo predisposto automaticamente, ma le donne e gli uomini di cui parla sono persone e non pacchetti o suppellettili.

Già partecipando al piano assunzionale mi sono messa in gioco e ho creduto alle sue parole che non ho ritenuto mere promesse. Cos' è successo?Con la mobilità lo  Stato mi rende ancora precaria? Sì una mamma e una moglie precaria, a tempo determinato, quando probabilmente tornerò di sabato e di domenica a casa. Ma non bisognava tutelare la famiglia in tutte le sue forme? Cosa mi augurava di festeggiare con la mia famiglia la sua stessa disfatta? Io lavoro per il bene dei bambini, di tutti i bambini, mia figlia compresa.

Ho il dovere di convocare a scuola i genitori di quegli alunni che palesano delle difficoltà, con quale ardire parlo ad un' altra mamma se io stessa creo delle difficoltà a mia figlia?La continuità didattica, la progettazione di cui parlava… che fine hanno fatto con la mobilità? E in ultimo,me lo lasci dire, io sono una donna del Sud che non ha mai abbandonato la sua terra pensando che qualcuno la dovesse  pur sviluppare per cui sono rimasta qui, in graduatoria per ben 15 anni senza battere ciglio per andare via a 41 anni?

L'Italia non è nè una, nè democratica, Lei ed io nonostante la stessa età non abbiamo le stesse possibilità: Lei guida il Paese , io? Neppure la mia famiglia.Le auguro di godersela la Sua almeno Lei che può. Ci sono cose che non si comprano neppure con lo stipendio fisso. Grazie da una Napoletana che ha dato fiducia ad un suo coetaneo fiorentino. Avevo sperato che Lei rimanesse al Governo per il tempo del mio ruolo, perché pensavo che il mio lavoro fosse importante quanto il Suo, ma io mi fermerò prima.

Congratulazioni a Lei. Il suo Staff ci ha messo così tanto impegno e passione per non farmi girare la mia provincia che con la mobilità davvero non la girerò, nel vero senso. Ringrazio anticipatamente la Scuola di Reggio Emilia che mi darà accoglienza ma non ho mai desiderato lavorare lontano dalla mia famiglia e dalla mia Terra.Non sono disfattista sono stata così ottimista da crederLe. Non so se leggerà mai questa mail, non ha importanza io credo che in fondo in fondo Lei certe cose le sa. Buone vacanze.

Giuseppina Panico

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