Lettera aperta al Ministro Valditara sulla revisione delle Indicazioni Nazionali

Un gruppo di oltre 750 docenti, studiosi e cittadini, appassionati e attivi nell’ambito dell’educazione linguistica e della scuola in generale, ha indirizzato una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprimendo perplessità riguardo alla ventilata revisione delle Indicazioni Nazionali attualmente in vigore.
La lettera, frutto di un processo di scrittura collettiva, è stata pubblicata sul sito www.insegnandoitaliano.it e ampiamente diffusa sui social media, raccogliendo l’adesione di insegnanti di ogni ordine e grado, accademici e sostenitori della scuola dall’infanzia all’università. Il documento è stato inviato al Ministero e ai principali quotidiani nazionali e locali, in attesa di una risposta da parte del Ministro.
I firmatari ritengono che le attuali Indicazioni Nazionali siano ancora valide, pur con alcune ambiguità e lacune già segnalate in passato. In particolare, apprezzano i principi fondamentali espressi, come la volontà di mettere gli studenti al centro del processo di apprendimento, valorizzando le loro caratteristiche linguistiche, culturali e cognitive. Viene sottolineato il valore dell’interculturalità come modello per il riconoscimento reciproco delle identità e il ruolo della scuola nell’accogliere la sfida universale di apertura verso il mondo.
Gli autori della lettera pongono tre domande al Ministro Valditara: quali siano le ragioni alla base della decisione di riscrivere, integrare o emendare le Indicazioni Nazionali; perché a tale processo dovrebbero partecipare solo studiosi di pedagogia ed esperti di Università telematiche, escludendo esperti delle varie discipline oggetto di insegnamento; infine, quale grado o ordine di scuola dovrebbe essere interessato dalla revisione e come questa dovrebbe essere recepita a livello regionale, considerando il dibattito sull’autonomia in corso in Parlamento.
I firmatari chiedono al Ministro di fornire risposte puntuali ai quesiti sollevati, auspicando un confronto aperto e trasparente sulla questione.