Lettera aperta ai legislatori: perché i docenti inidonei vogliono, possono e devono rimanere al loro posto di lavoro

Di Lalla
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Rosa Maria Lombardo* – Non è la protesta di un bambino capriccioso che batte i piedi per terra rivendicando il suo ennesimo giocattolo…è un’analisi…attenta e precisa:

Rosa Maria Lombardo* – Non è la protesta di un bambino capriccioso che batte i piedi per terra rivendicando il suo ennesimo giocattolo…è un’analisi…attenta e precisa:

quando ci avete dichiarati inidonei nessuno di noi ha fatto salti di gioia o brindato a suon di champagne perché dietro quella parola “inidoneo” c’era una malattia –leggasi- dolore, nostro e di chi ci sta accanto.

Quando ci avete dichiarati inidonei ci avete comunque concesso di continuare a lavorare e di questo ne siamo stati ampiamente grati cercando di ricambiare con il nostro impegno, la nostra correttezza e la nostra
onestà.

Con il tempo però il collocamento fuori ruolo si è dimostrato un’arma a doppio taglio perché da una parte consentiva a noi inidonei di continuare a lavorare e percepire uno stipendio mantenendo un accettabile livello
di autostima, dall’altro sollecitava la nascita di un atteggiamento giudicante tutt’ora diffusissimo che vede nel docente inidoneo un imboscato…un fannullone… una persona che si finge malata…una persona che usa la malattia, o peggio, una persona che ha ottenuto l’inidoneità non avendone diritto.

Questo a sua volta ha causato:

a) da una parte, i docenti inidonei, sentendosi sin dall’inizio giudicati come coloro che fanno 0 hanno cominciato a fare più di quello che già facevano;

a.1) si perché i docenti inidonei hanno lavorato da sempre e feriti da quel senso di inidoneità che gli era stato attribuito e per cui ci si aspettava che producessero 50 hanno invece prodotto 60, 70, 80…ognuno secondo la propria riserva di salute, ma ne è derivato di contro:

a.2) che la superficialità ormai imperante invece di apprezzare il sacrificio e lo sforzo ha trovato sostegno alla sua convinzione che “allora stiamo bene e vogliamo solo imboscarci” perché chi ha una visione limitata pensa in bianco e nero e quindi se uno è malato è da buttare …se uno è depresso è candidato al suicidio e se uno si è mentalmente esaurito (per vicende varie) deve per forza assumere comportamenti che manifestano il dolore con eclatanza…ma non è così…non funziona così…e chi soffre e ha sofferto sa bene che la vita è un gioco di sfumature…e che nell’espressione della sofferenza entrano una molteplicità di variabili che ridurle allo stereotipo dell’inidoneo-fannullone dimostra la chiusura mentale di chi ha adottato questa linea di pensiero;

a.3) e se anche ci fossero dei docenti inidonei fannulloni, come ci sono fannulloni in tutte le categorie lavorative, ben vengano i controlli e siano individuati e adottati i provvedimenti del caso affinchè un determinato numero di docenti inidonei fannulloni non sia più a sostegno dello stereotipo che sono tutti e 5000 ad esserlo;

…dalle dinamiche descritte è derivato che :

b) il docente inidoneo ha cercato di valorizzare al massimo la propria dignità e professionalità impegnandosi in quelle abilità non corrotte dalla malattia…quindi se per un docente con una forma cronica di depressione
la classe non è il luogo ideale può esserlo benissimo l’ufficio dove la rumorosità è minima, l’interazione circoscritta ai colleghi della stanza, il lavoro è sulle carte e a complessità variabile;

b.1) la biblioteca è anch’essa rappresentativa di una situazione lavorativa che si può ritagliare sulle esigenze di una persona sofferente perché fuori dalla relazione docente-discente colma di responsabilità che non
ammettono deroghe, il lavoro del bibliotecario comporta una serie di funzioni che possono essere svolte e programmate con largo anticipo e margine di rivedibilità, caratteristiche queste che mancano nel lavoro in classe dove la programmazione è continuamente messa in discussione dalla urgente dinamicità delle relazioni umane all’interno della classe;

b.2) la biblioteca e l’ufficio sono diventati quindi i luoghi lavorativi del docente inidoneo, che a partire da quello con problemi della fonazione, passando per la sofferenza mentale e approdando a tutte quelle patologie che- cronicizzate riducono la capacità lavorativa dell’individuo-, oggi soprattutto le patologie autoimmuni largamente diffuse a seguito dell’inquinamento ambientale e sostenute dallo stress e non ultimo il cancro che spesso sequestra lunghi periodi di vita dedicati alla cura;

c) essenzialmente, il docente inidoneo non ha bisogno di non lavorare ma ha bisogno di lavorare secondo potenzialità…e…

d) lo ha dimostrato ampiamente:

d.1) quasi tutte le scuole italiane hanno biblioteche ma quelle più avviate e promotrici di cultura sono quelle coordinate da un docente
inidoneo, -il Ministero ne è informato? – e i vari progetti avviati lo certificano così come i premi e i riconoscimenti conferiti a molte biblioteche scolastiche di cui le scuole si fanno vanto e che ci rappresentano anche a livello europeo;

d.2) negli uffici dell’amministrazione scolastica, AT e USR operano docenti inidonei utilizzati in ruoli amministrativi spesso in sostituzione dei funzionari andati in pensione e non sostituiti a causa del blocco delle assunzioni,
-i Ministeri ne sono a conoscenza?- e le migliaia di pratiche evase, in formato cartaceo e online lo certificano. Le ragioni di cui al punto b.1 valgono anche per l’ufficio come contesto lavorativo idoneo al docente inidoneo ma non in quanto ufficio in cui imboscarsi ma in quanto contesto lavorativo rispondente alle esigenze del docente inidoneo…e quindi…

e) un contesto lavorativo scevro da quella quota oggettiva di relazioni interpersonali (docente-alunni, docenti-docenti, docenti-dirigente/dsga, docenti-ata, docenti-famiglie) che sono state riconosciute come la causa principale del bournout dei docenti ma…

e.1) non tutti i docenti inidonei hanno una patologia inerente alla sfera psichica ma la medicina moderna sa che…

e.2) ogni patologia risente negativamente delle situazioni di stress, fisico e mentale che aumenta la produzione di un ormone naturale, il cortisolo, che a sua volta riduce le difese immunitarie …e che…

e.3) i soggetti reagiscono diversamente alle situazioni di stress fisico e mentale… e.4) senza che queste diversa modalità reattiva comnporti un motivo di merito e di demerito ma attiene all’unicità irripetibile di ogni individuo….

e.5) quella stessa che la legge 104/92 riconosce agli alunni portatori di handicap e per i quali ha destinato un’educazione tagliata a misura delle proprie potenzialità che vengono sostenute, consapevole che è più utile guardare a ciò che una persona sa fare o può fare piuttosto che a quello che non sa o non può fare…quindi, in parallelo, se l’ipocrisia non vi appartiene, come speriamo, confidiamo che consideriate che…

e.6) ci sono delle competenze che il docente inidoneo non può più agire a causa di malattie che lo impediscono…ma ciò non significa la perdita totale del proprio potenziale umano ( nel qual caso si sarebbe stati dispensati) che va, senza persecuzioni e pregiudizi, ma con rispetto e logica, individuato e canalizzato…

e.7) ma tutto questo i docenti inidonei, umilmente e senza clamore lo hanno già fatto, in tutti questi anni, occupando posti di lavoro abbandonati a se stessi, riportandoli alla loro preziosa funzionalità al contesto-scuola…quindi… abbracciando i punti precedenti concludiamo che

e.8) per tutte queste ragioni i docenti inidonei all’insegnamento ma idonei ad altre mansioni

VOGLIONO
POSSONO
DEVONO
rimanere ai loro posti di lavoro.

*docente inidoneo aderente al Conbs http://www.conbs.altervista.org/ 

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