Lettera al sottosegretario Faraone: ci avete illusi. Perché non avete detto la verità già lo scorso anno?

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Egr. Sig. Sottosegretario,

Lei ha fallito! Ha fallito come politico e come esponente del “suo” Governo Renzi. 

Egr. Sig. Sottosegretario,

Lei ha fallito! Ha fallito come politico e come esponente del “suo” Governo Renzi. 

Chi le scrive è un siciliano come Lei, un docente che alla veneranda età di cinquant’anni si vede sradicato dalla sua terra e sballottato a  2000 chilometri, dopo decenni di precariato, grazie al vostro papocchio chiamato “Buona Scuola” e, soprattutto, all’ignobile ed incostituzionale contratto sulla mobilità straordinaria, di cui non si capisce quale urgente necessità vi fosse. Contratto sottoscritto  dai sindacati cosiddetti più rappresentativi che adesso piangono lacrime di coccodrillo, in un perfetto gioco delle parti e di evidente complicità.

Avrei potuto ringraziare Lei e Renzi per avermi concesso, finalmente, il “beneficio” dell’assunzione a tempo indeterminato. Ma ora quel mio pacato e disincantato sorriso palesato lo scorso anno, si è trasformato in rabbia e frustrazione per le ingiustizie ed iniquità scaturite da questo caos da voi  inopinatamente creato. Perché ci avete illusi? Non sarebbe stato più corretto ed umano dire chiaramente lo scorso anno, in fase di assunzione” “ Signori miei (tanto per scimmiottare qualcuno di Sua conoscenza!), i posti sono al Nord, chi vuole andare faccia domanda?” Non si può giocare con la vita delle persone, di padri e madri con figli costretti, per lavorare, a lasciare la propria casa e ad affrontare spese maggiori facendo leva su uno stipendio da terzo mondo, qual è quello di noi insegnanti.

Mi viene da ridere quando Lei afferma che grazie alla mobilità sono rientrati diversi docenti. Dovrebbero ringraziarla forse?  Non è un diritto lavorare nella terra dove si è nati? Anche questi colleghi sono vittime di un sistema da sempre malato ed ora arrivato in stato comatoso per l’incompetenza e l’approssimazione con cui si affrontano i problemi. Pensa che La voteranno quando Lei si candiderà alla presidenza della Regione Sicilia, cosa a cui aspira? Io penso di no, come, ovviamente, la stragrande maggioranza, se non tutti,  di noi esiliati.

Fra le tante iniquità, una in particolare non riesco a digerire: la forte discriminazione messa artatamente e deliberatamente in atto fra noi, poveri docenti delle Gae, e gli unti dal Signore, gli idonei del concorso del 2012. Non solo non avrebbero dovuto essere assunti, non solo hanno avuto priorità nella scelta della sede provvisoria, adesso possono pure stare tranquillamente nella loro provincia.

Sa, anche io, come tanti colleghi inseriti nelle Gae, ho superato un concorso a cattedre; anche io sono stati inserito nella graduatoria di merito per diversi anni, ma di questi “favori” non ne ho ricevuto, ed a differenza della gran parte di questi privilegiati, io ho insegnato e parecchi anni pure. Se non è un’ingiustizia bella e buona questa, una lesione dei principi costituzionali di eguaglianza, mi dica Le cos’è! Oppure non può perché stiamo parlando di amici degli amici, e parenti dei parenti?

Il Tar su ricorsi individuali ha già sancito l’illegittimità delle procedure della mobilità, ora spetta alla Corte Costituzionale pronunciarsi e speriamo lo faccia al più presto. Intanto Lei, quello che stava  cercando di costruire  politicamente per sé, lo ha polverizzato in pochi attimi. Ha sconvolto la vita di tanti siciliani come Lei che non dimenticano, perché anche se siamo un popolo con la memoria corta, queste cose non si possono archiviare facilmente. Forse  Lei ha compreso ed ora cerca di porre rimedio annunciando progetti ed investimenti per potenziare l’istruzione siciliana e permettere a noi il ritorno a casa. Non crediamo ma ce lo auguriamo: San Tommaso docet! Purtroppo per Lei, il banco è saltato!

Prof. Salvatore Curaba

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