L’eterno dibattito: cultura umanistica contro cultura scientifica in Italia

Il giovane influencer culturale Edoardo Prati, noto per il suo spazio dedicato alla filosofia e alla cultura classica nel programma “Che Tempo Che Fa”, ha acceso un dibattito su un tema annoso: la presunta superiorità della cultura umanistica rispetto a quella scientifica in Italia.
Il dibattito è scaturito da un post su X in cui uno studente universitario criticava l’ossessione del paese per Dante e la cultura classica, sottolineando la scarsa attenzione verso le discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Il post ha generato una serie di reazioni contrastanti, mettendo in luce un pregiudizio diffuso sulle materie scientifiche.
Comparazione ingiustificata?
Mentre alcuni difendono la centralità di Dante e della cultura classica, altri sostengono che la cultura non dovrebbe essere suddivisa in compartimenti stagni. “Uno può risolvere equazioni non lineari e amare Dante”, afferma un utente, sottolineando l’importanza di una formazione completa.
L’autore del post originale replica che il problema non è la cultura in sé, ma “l’attaccamento che abbiamo noi italiani verso una certa fetta limitata di ‘umanismo’ divulgato in maniera molto generalista, considerando addirittura anche altre forme di arte come inferiori”.
L’eredità dell’Umanesimo e le parole di Prati
C’è davvero una preferenza per la cultura classica, vista come superiore, in Italia? Essendo il nostro paese la culla dell’Umanesimo, questo retaggio culturale potrebbe spiegare in parte questa tendenza.
Edoardo Prati, intervenuto sulla questione, ha criticato gli insegnanti demotivati, che insegnano solo per “campare”. Citando Dante, Prati ha sottolineato l’importanza della passione e dell’entusiasmo nell’insegnamento per ispirare gli studenti.
La necessità di un approccio integrato
Il dibattito sollevato da Prati e dallo studente universitario mette in luce la necessità di un approccio integrato alla cultura, che valorizzi sia le discipline umanistiche che quelle scientifiche. Una formazione completa, infatti, dovrebbe fornire agli studenti gli strumenti per comprendere il mondo in tutte le sue sfaccettature, senza pregiudizi o gerarchie predefinite.