L’esperienza dei precari merita di essere riconosciuta e valutata in maniera più equa e significativa. Lettera

Inviata da Luigi Sofia – Sono d’accordo con L’Espresso. La scuola vuole burocrati del nozionismo. E invece servono insegnanti. E per valutare gli insegnanti, un primo passo, potrebbe essere quello di valorizzare la loro esperienza, gli anni di precariato, senza sottoporli al nozionismo delle crocette.
Per una volta, valorizzare la vita vissuta nelle aule.
La polvere e il sudore.
Il dialogo e un bagaglio umano fatto di relazioni e obiettivi raggiunti.
Questo sistema, enfatizzando un nozionismo arido, trascura ciò che è essenziale: l’educazione come strumento di cambiamento sociale e personale.
Ci vorrebbero formare per diventare un unicum con la burocrazia, asserviti al burocratese e inconsapevoli di quello che accade intorno a noi. Mentre il mondo cambia e cambiano le generazioni noi studiamo nozioni su nozioni prive di qualsiasi contatto con la realtà, sufficientemente approfondite per essere quiz e così aride da non tradursi mai in conoscenza ed esperienza.
Credo fermamente che l’esperienza pratica, la passione per l’insegnamento e la capacità di connessione con gli studenti siano aspetti fondamentali che vanno oltre il semplice nozionismo.
Questo approccio teorico-burocratico non solo sottovaluta gli anni di esperienza accumulati sul campo, ma impedisce anche di valorizzare pienamente le qualità personali e professionali che definiscono un vero insegnante.
La mia esperienza, come quella di molti altri, merita di essere riconosciuta e valutata in maniera più equa e significativa.
Non burocrati.
Insegnanti.
Concorso docenti, l’affondo de L’Espresso: “La scuola vuole burocrati del nozionismo. E invece servono degli insegnanti”